BARI

Maruotti (Anm) riforma non contribuisce a efficienza giustizia

"Abbiamo tempo per spiegare le cose ai cittadini"

(ANSA) - BARI, 15 NOV - "Questa riforma non contribuirà in alcun modo all'efficienza della giustizia. I processi non si accorceranno di un giorno. Le sentenze non potranno essere più giuste in virtù di una riforma che in realtà si limita a cercare di redistribuire diversamente i poteri dello Stato, a porre le condizioni per un controllo da parte dell'esecutivo sull'esercizio dell'azione penale fondamentalmente e quindi sulla magistratura prima inquirente e giudicante poi attraverso un meccanismo molto semplice: si indebolisce il Csm che è l'organo previsto dalla Costituzione per garantire autonomia ed indipendenza dei magistrati". Lo ha detto Rocco Gustavo Maruotti, segretario nazionale dell'Associazione nazionale magistrati, partecipando questa mattina a Foggia ad un convegno organizzato dal dipartimento di giurisprudenza dell'università dedicato alla "crisi" della figura del giudice e alla riforma costituzionale sulla separazione delle carriere. Per Maruotti, sono tre i modi attraverso cui il Csm viene indebolito: "dividendolo in due, prevedendo il sorteggio dei suoi componenti ed escludendo la funzione disciplinare che viene attribuita ad un'altra Corte, quindi ad un tribunale speciale. Questo non arrecherà alcun vantaggio ai cittadini ". "Il tema - continua Maruotti - non è l'imparzialità e terzietà del giudice dal pubblico ministero ma la terzietà del giudice dalla politica. La politica deve essere pensata come un fiume in piena e la magistratura rappresenta i suoi argini. La magistratura non ostacola, al di là di quello che dicono la premier Meloni o il ministro Nordio, l'attività del Governo ma fa sì che queste attività vengano svolte nell'ambito delle norme previste dal Parlamento. Siamo all'inizio di una campagna referendaria che abbiamo deciso di affrontare costituendo un nostro comitato per evitare di mischiarci con la politica dei partiti di opposizione che sostengono anche loro il no a questa riforma e siamo solo all'inizio. I sondaggi dimostrano che al momento dopo il fuoco di fila del Governo c'è un vantaggio certo del si. Abbiamo ancora cinque mesi davanti, il referendum sulla riforma Renzi nel 2016 partiva anche quello con un vantaggio del si del 10%. Dopo tre mesi il trend cambiò. Quindi se avremo tempo e modo di spiegare ai cittadini la riforma, la possibilità di cambiare trend sicuramente ci sarà ". (ANSA).