CATANIA
Al lavoro 14 ore al giorno a 1,26 euro l'ora, tre arresti
Nel Catanese, indagato ha ucciso cani perché non gli obbedivano
(V. 'Tratta di esseri umani e sfruttamento del...' delle 07.11) (ANSA) - CATANIA, 17 NOV - Tre persone sono state arrestate dalla polizia di Catania, in esecuzione di un'ordinanza del gip, su richiesta della procura, per tratta di esseri umani, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e anche per atti di crudeltà su animali. Il provvedimento è stato eseguito dalla squadra mobile della Questura etnea nei confronti di Santi Giammiello, di 54 anni, Kouam Hami, di 52, e Abderraim Chaibi, di 56. L'inchiesta è partita dall'ascolto di un marocchino che ha raccontato che uno degli indagati, il 52enne, "approfittando della condizione di particolare vulnerabilità e di necessità in cui versava" gli ha fatto "allettanti promesse di lavoro", inducendolo a "trasferirsi dalla Francia a Ramacca, in provincia di Catania, per poi farlo reclutare nella fattoria del 54enne" che lo "sottoponeva a condizioni di sfruttamento lavorativo". Dalle indagini è emerso che il datore di lavoro, a "fronte di un impiego giornaliero di circa 14 ore, gli avesse corrisposto nei primi mesi un compenso pari a 550 euro mensili (1,26 euro l'ora), progressivamente aumentato a 650 euro (1,49 euro l'ora) e infine a 800 (1,84 euro l'ora)". Dalle indagini della polizia sono emerse gravi carenze igienico sanitarie negli ambienti in cui il lavoratore viveva, compreso l'alloggio infestato da topi. Per evitare un intervento medico al lavoratore sfruttato che aveva un ascesso sul collo, Giammiello avrebbe rimosso l'ascesso 'bucandolo' con un ago riscaldato, sotto la 'supervisione' di Hami. Le condotte di sfruttamento nei confronti del 54enne sono contestate agli altri due indagati: al 52enne perché "concorreva all'instaurazione del rapporto di lavoro a condizioni di gravissimo sfruttamento" e al 56enne poiché "assumeva il ruolo di intermediario all'interno dell'azienda agricola, occupandosi di gestire i lavoratori reclutati, nell'attività di disbrigo pratiche, svolgendo un ruolo di guardiano per impedire che i lavoratori abbandonassero il posto di lavoro". A Giammiello è contestata l'aggravante di "aver adoperato violenza e minaccia indiretta, facendo assistere il lavoratore all'abbattimento di alcuni cani con un'arma da fuoco perché non gli avevano obbedito". In un caso, ricostruisce la Procura, per "rendere palese la sua crudeltà, il 54enne aveva trascinato il cane, ferito e agonizzante. Per questo gli è contestato anche il reato di crudeltà, con esito letale di animali. Durante l'arresto di Giammiello la polizia ha trovato e sequestrato una doppietta priva di matricola. A lui e al 56enne è contestato anche lo sfruttamento lavorativo di un altro marocchino. (ANSA).