CHIETI

Figli tolti alla famiglia che vive nel bosco: il governo valuta l'invio degli ispettori

Antonella Salvatore e Adam Hanzelewicz (Ansa)

Il caso della famiglia anglo-australiana, che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti, arriva sul tavolo del Governo: il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la premier Giorgia Meloni hanno discusso della vicenda dei tre bambini tolti ai genitori e trasferiti in una casa famiglia a Vasto, accompagnati dalla mamma che però può stare con loro solo in determinati orari. La premier, preoccupata, starebbe valutando, in accordo con il Guardasigilli, l’invio di ispettori del ministero della Giustizia per verificare la gestione del procedimento.
Il provvedimento giudiziario nasce da un percorso iniziato lo scorso anno, dopo il ricovero dei bambini per un’intossicazione da funghi e un controllo dei carabinieri nella casa nel bosco. La magistratura ha ritenuto necessaria la sospensione della potestà genitoriale, il collocamento dei bambini in una struttura protetta e la nomina di un tutore provvisorio per garantire la loro tutela.

Il vicepremier Matteo Salvini ha definito la scelta del tribunale «vergognosa», annunciando la volontà di seguire personalmente la vicenda e, se necessario, recarsi a Palmoli. «Ritengo vergognoso - ha detto - che lo Stato si occupi di entrare nel merito dell’educazione privata, delle scelte di vita personali di due genitori che hanno trovato nell’Italia un paese ospitale e che invece gli ruba i bambini. Sono stato nel campo rom di Giugliano la settimana scorsa, con centinaia di bimbi in età scolare e non a scuola, sporchi, senza insegnanti. Lì dove sono gli assistenti sociali? Dov'è la procura, il tribunale dei minori, lo Stato?».
Pronta la replica dell’Anm abruzzese che ritiene «inopportuno ogni tentativo di strumentalizzazione di casi che, per la loro particolarità, suscitano l’attenzione dei cittadini e dei media, ricordando che la delicatissima materia nell’ambito della quale operano i colleghi in servizio presso le Procure e i Tribunali per i Minori merita rispetto e attenzione».
Secondo il tribunale, il rischio maggiore non riguarda l'istruzione dei minori, ma la loro vita di relazione, sancita dall’articolo 2 della Costituzione, «produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore"; altro rilievo del tribunale sono le condizioni dell’abitazione, ritenuta fatiscente e priva di utenze essenziali, con pericoli per l’integrità fisica ed emotiva dei minori.
I bambini, tra i sei e gli otto anni, sono stati portati via nel tardo pomeriggio di ieri, con un ingente spiegamento di forze dell’ordine, come ha riferito l’avvocato della famiglia Giovanni Angelucci: grazie alla mediazione del legale - che ha annunciato ricorso contro il provvedimento della magistratura - il trasferimento nella struttura protetta è stato meno complicato del previsto. Alla madre Catherine è stato concesso di accompagnare i figli alla struttura protetta dove hanno passato la notte, anche se tra loro separati. Il padre Nathan, ha trascorso la notte da solo nel casolare nel bosco, a prendersi cura degli animali e a riflettere sul futuro della famiglia.
«Li ho visti solo ieri sera - ha spiegato Catherine in un’intervista a "Il Centro" - poco prima che dormissero. Stamattina ho fatto colazione con loro, poi l’operatrice mi ha detto: "Per favore, vada di sopra". È la regola. Qui sono gentili, ma devono rispettare l’ordine del giudice». Il padre Nathan ha invece accennato alla possibilità di andarsene. «Noi vorremmo restare, ma abbiamo un’altra opzione: prendiamo i passaporti, mia moglie con i bambini tornano in Australia e io resto qui a badare agli animali. Speriamo di no, perché a noi piace la nostra casa qui».