ROMA

Eduscopio, diplomati quadriennali hanno performance inferiori

Rispetto a chi prende la maturità dopo 5 anniindagine F.Agnelli

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - I risultati all'università dei diplomati quadriennali sono inferiori a quelli di chi prende la maturità nei classici cinque anni. È quanto emerge dalla nuova edizione di Eduscopio, la piattaforma della Fondazione Agnelli con dati aggiornati sulle scuole secondarie di II grado, che permettono a ragazzi e famiglie di capire quali di esse meglio preparino agli studi universitari o al lavoro dopo il diploma, città per città, indirizzo di studio per indirizzo di studio. Per la nuova edizione di Eduscopio, il gruppo di lavoro della Fondazione Agnelli, coordinato da Martino Bernardi, ha analizzato i dati di 1.355.000 diplomati italiani di 8.150 scuole in tre successivi anni scolastici (2019/20, 2020/21, 2021/22). Confrontando i risultati universitari, Eduscopio ha rilevato che i diplomati quadriennali ottengono, a parità di altre condizioni, voti leggermente inferiori a quelli dei loro compagni. Anche la stima della percentuale di crediti (CFU) ottenuti sembra suggerire una minore efficacia da parte dei diplomati quadriennali immatricolati al primo anno nel superare gli esami e raggiungere il numero di crediti richiesti. "I risultati della nostra analisi - commenta Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli - suggeriscono che un percorso quadriennale che anticipi a 18 anni l'uscita dalla scuola secondaria, in assenza di un profondo ripensamento didattico e organizzativo, potrebbe avere effetti negativi sulle competenze degli studenti e sulle loro prospettive successive. Non è vero, peraltro, che nella maggior parte dei paesi europei la scuola secondaria finisca a 18 anni, come talvolta si afferma. Più in generale, prima di mettere a sistema riforme con l'obiettivo di migliorare la qualità degli apprendimenti e le opportunità di successo degli studenti italiani, credo sarebbe doveroso - sottolinea - valutare l'efficacia delle sperimentazioni che anticipano le riforme auspicate, così da poter ancora intervenire per tempo con aggiustamenti, allorché gli esiti non siano quelli originariamente attesi. Questo, purtroppo - conclude Gavosto - non sempre avviene nel nostro Paese". (ANSA).