"Decenza pubblica"

Maratonete iraniane senza velo in rete, arrestati gli organizzatori della corsa

Il pugno di ferro delle autorità si abbatte ancora una volta sulla società civile in Iran. Stavolta, a farne le spese due organizzatori di una maratona svoltasi venerdì sull'isola di Kish, arrestati dopo che sono comparse sui media e su internet le immagini di donne che hanno gareggiato senza indossare l’hijab. Mentre il tema del velo e delle regole dell’abbigliamento femminile continua a essere terreno di scontro istituzionale nella Repubblica islamica.


«Due dei principali organizzatori della gara sono stati arrestati», ha riportato il sito web della magistratura Mizan Online, dopo che sono rimbalzate su internet le foto di diverse maratonete che non all’evento di venerdì non hanno rispettato il rigido codice di abbigliamento femminile. «Uno degli arrestati è un funzionario della zona franca di Kish, mentre l’altro lavora per la società privata che ha organizzato la gara». La magistratura aveva precedentemente riferito che era stato aperto un procedimento penale contro gli organizzatori della gara, che secondo i media locali ha visto la partecipazione di cinquemila persone. «Nonostante i precedenti avvertimenti sulla necessità di rispettare le leggi e i regolamenti vigenti nel Paese, nonché i principi religiosi, consuetudinari e professionali, l’evento si è svolto in modo tale da violare la decenza pubblica», ha dichiarato il procuratore locale.


Gli arresti giungono dopo che i media di orientamento conservatore, tra cui Tasnim e Fars, avevano duramente condannato la maratona come «indecente» e irrispettosa delle leggi islamiche. Ma l’osservanza delle regole dell’hijab è diventata più sporadica dopo le proteste del 2022 seguite alla morte in custodia di Mahsa Amini, la giovane donna arrestata con l'accusa di aver violato le leggi sul velo. Ed è oggetto di uno scontro di poteri, alimentato anche dalla posizione del governo del presidente Masoud Pezeshkian, che lo scorso anno si è rifiutato di ratificare un disegno di legge approvato dal parlamento che avrebbe imposto pene severe per le donne che non rispettano le norme sull'abbigliamento. All’inizio di questa settimana, la maggioranza dei legislatori ha accusato la magistratura di non applicare correttamente la legge sul velo. In risposta, il presidente della corte suprema Gholamhossein Mohseni Ejei ha chiesto un’applicazione più rigorosa delle norme.