CITTÀ DEL VATICANO
Il Papa rimarca le radici giudaico-cristiane dell'Europa, è questa 'la sua identità'
Ai parlamentari, "Occorre garantire che la voce della Chiesa continui ad essere ascoltata"
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 10 DIC - Papa Leone sottolinea che "l'identità europea può essere compresa e promossa solo in riferimento alle sue radici giudaico-cristiane". E' quanto ha detto nell'udienza alla delegazione del Gruppo European Conservatories and Reformists del Parlamento Europeo. "Lo scopo di proteggere l'eredità religiosa di questo continente, tuttavia, non è semplicemente quello di salvaguardare i diritti delle sue comunità cristiane, né si tratta principalmente di preservare particolari costumi o tradizioni sociali, che in ogni caso variano da luogo a luogo e nel corso della storia. È soprattutto - ha rimarcato il Pontefice - un riconoscimento di fatto. Inoltre, tutti beneficiano del contributo che i membri delle comunità cristiane hanno dato e continuano a dare per il bene della società europea". Quindi Prevost ha ricordato "alcuni degli importanti sviluppi della civiltà occidentale, in particolare i tesori culturali delle sue imponenti cattedrali, la sublime arte e musica, e i progressi della scienza, per non parlare della crescita e della diffusione delle università". Per il Papa "questi sviluppi creano un legame intrinseco tra il cristianesimo e la storia europea, una storia che dovrebbe essere custodita e celebrata". Allora il Papa evidenzia "il patrimonio intellettuale dell'Europa cristiana", via "per salvaguardare i diritti divinamente concessi e il valore intrinseco di ogni persona umana, dal concepimento alla morte naturale. Sono altrettanto fondamentali per rispondere alle sfide poste dalla povertà, dall'esclusione sociale, dalla privazione economica, così come dalla crisi climatica in corso, dalla violenza e dalla guerra". Il Pontefice ha allora concluso: "Garantire che la voce della Chiesa, anche attraverso la sua dottrina sociale, continui a essere ascoltata, non significa restaurare un'epoca passata, ma garantire che risorse chiave per la cooperazione e l'integrazione future non vadano perse". (ANSA).