NOVARA
Sparò e uccise il figlio, 'ho temuto per la vita di mia moglie'
In tribunale Edoardo Borghini, a processo per omicidio. 'Dovevo fermarlo'
(ANSA) - NOVARA, 17 DIC - "Mio figlio era fuori di sé, forsennato. Ho temuto per la vita di mia moglie e ho pensato che dovevo fermarlo io". Lo ha detto in aula Edoardo Borghini, il 64enne a processo a Novara davanti alla corte d'Assise per avere ucciso il figlio Nicolò, 34 anni, lo scorso 19 gennaio al culmine di una lite famigliare in una villetta di Ornavasso, nel Verbano-Cusio-Ossola. In poco meno di due ore di deposizione l'uomo ha ripercorso quanto accaduto quella sera. Da quando, pochi minuti dopo le 20, il ragazzo è rientrato a casa ubriaco, "sbattendo la porta blindata e imprecando" contro i genitori, definendoli "bastardi" e accusandoli di non avere aperto il portone del garage "pur essendo stati tutto il pomeriggio a casa", fino all'aggressione, scattata dopo gli insulti e dopo essersi tagliato una mano dando un pugno al vetro di un quadro. "Sei una bastarda, mi dici che mi compri casa e invece mi prendi in giro" avrebbe detto il figlio alla madre, secondo quanto riportato dal padre, prima di prenderla per il collo e di sbatterle prima la nuca, poi il volto contro un muro, fino a morderle un braccio. "Mia moglie gridava 'Edoardo, aiuto, questa volta ci ammazza' - ha detto in aula l'imputato, con le lacrime agli occhi -. Volevo solo difendere mia moglie: Nicolò si era accanito contro di lei". Borghini ha quindi raccontato il tentativo dei genitori di rifugiarsi in cantina: una fuga una prima volta impedita dal figlio che, bloccando la madre e tenendola per i vestiti, gridava: "Sono più forte di voi, contro di me non ce la farete mai". Una seconda volta, invece, andata a buon fine, approfittando di un momento in cui il ragazzo aveva mollato la presa. Dalla cantina, dove i genitori erano scesi "in pigiama, io senza ciabatte e soltanto con le calze mentre fuori piovigginava e faceva freddo", si sentivano le urla del figlio e la porta sbattere. "La casa tremava", ha detto Borghini. Ma nell'appartamento era rimasta la cognata: temendo per l'incolumità della donna, che soffre di una disabilità e che era rinchiusa nella sua camera, l'uomo ha quindi spiegato di essere risalito con la moglie in casa, dove di lì a poco ci sono stati i due spari. (ANSA).