ROMA

A Roma nella Basilica di S. Maria in Trastevere il Natale di S. Egidio

In 80mila in Italia, in 250mila nel mondo a tavola: volontari, poveri, anziani, rifugiati

(ANSA) - ROMA, 25 DIC - Il mondo, così come dovrebbe essere: seduti a tavola, felici di stare insieme anche se di diversa origine e con diverse, e spesso difficili, storie alle spalle. E' il Natale di Sant'Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere, immagine di ciò che si è vissuto non solo a Roma, ma con la partecipazione di 80mila persone in un centinaio di città in Italia e con 250mila in una settantina di paesi del mondo. Tavole addobbate a festa, sorrisi, abbracci, regali personalizzati e la serenità di chi si sente in famiglia. Senza dimora, anziani, famiglie in difficoltà, rifugiati venuti con i corridoi umanitari, alcuni salvati dal dramma umanitario di Gaza, si sono seduti a tavola con chi ogni giorno dell'anno li aiuta ed è loro amico. Per quasi due ore hanno parlato e fatto festa con il menù della tradizione: lasagne, polpettone, lenticchie e panettone. "In questo Natale nessuno è anonimo ma tutti sono conosciuti, in una famiglia che non dimentica nessuno. Per chi non ha voce, per chi non ha casa, ritrovarsi qui insieme rafforza la speranza ed è il messaggio di pace di cui oggi il mondo ha bisogno", ha detto Andrea Riccardi partecipando al pranzo. Perché, come ha commentato il presidente della Comunità, Marco Impagliazzo, "questa giornata si unisce a tutti i giorni dell'anno in cui Sant'Egidio è accanto a chi è in difficoltà, a chi vive per strada, ma anche a chi viene da lontano e ha bisogno di accoglienza e di integrazione". Alla fine del pranzo il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha portato il saluto della città: "Vi ringrazio per quello che fate non solo oggi ma durante tutto l'anno per una città accogliente, in cui nessuno sia lasciato solo o escluso. Che questo Natale porti la speranza e la pace per i tanti paesi segnati dal flagello della guerra". E il parroco di Santa Maria in Trastevere, don Marco Gnavi, ha presentato alcuni ospiti. Come Sofia, 92 anni: "Partecipo da 30 anni a questo pranzo e posso testimoniare l'amore di questa comunità trasmettendolo a tutti voi". O come il piccolo Nidal, che viene da Gaza e ha imparato a memoria una filastrocca di Gianni Rodari che ripete a tutti con grande convinzione: "Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte, né per mare né per terra, ad esempio la guerra". Presenti anche altre persone che vengono da paesi dominati da conflitti, come il Sudan, la Somalia e l'Afghanistan, ex senza fissa dimora che ora hanno trovato una casa in cui vivere e Anoir, originario del Marocco, che da poco ha ottenuto la cittadinanza italiana, "Insieme - ha concluso don Gnavi - abbiamo festeggiato il Natale ma anche un futuro più felice per tutti, per una città più umana e una vita piena di sogni". Tutti i pranzi di Sant'Egidio sono realizzati grazie al sostegno gratuito dei volontari e al numero solidale 45586 (attivo fino al 27 dicembre). Numerose le iniziative in programma anche nei prossimi giorni, per tutto il periodo natalizio, con distribuzione di pasti e regali anche nelle carceri, come a Roma, domani 26 dicembre, a Rebibbia e a Regina Coeli. (ANSA).