Enasarco, un pasticcio mai risolto
IL QUESITO
Volevo chiedervi se è normale non poter percepire la pensione Enasarco visto che nel 1997 avevo versato contributi per 17 anni e il minimo contributivo per ottenerla, previsto dall'Ente allora, era di 15 anni? Io in quello anno cessai l’attività non sentendomi più in forze e dopo diversi anni, rivolgendomi all'Enasarco, mi sento dire che il limite contributivo era stato postato a 20 anni, cosicché in maniera retroattiva i miei 17 anni spariscono. E' legale? Intervenga lo Stato. Intervenga il dottor Tridico, per favore. Va dato merito a chi ha lavorato. A.L.
Paolo Zani*
Ci ritroviamo, ancora una volta, a parlare dell’Enasarco a dimostrazione del fatto che è un nervo scoperto e dolente del sistema previdenziale italiano. L’anomalia è che, pur essendo una cassa previdenziale e integrativa privata, vi è l’obbligo dell’iscrizione all’Ente per tutti gli agenti di commercio pur essendo gli stessi tenuti alla contestuale iscrizione all’Inps. Si verifica così la singolarità di una doppia iscrizione obbligatoria: una all’Inps e una all’Enasarco. Trattandosi di una Fondazione, è un soggetto di diritto privato che, pur controllata dal Ministero del Lavoro, Salute e politiche sociali e dal Ministero dell’economia e finanze, sostanzialmente si è data dei regolamenti interni che non sempre, direi quasi mai, rispondono ai criteri generali di ragionevolezza ed equità ai quali si ispira ad esempio l’Inps o l’Inpdap.
E così, come sa bene il nostro lettore, Enasarco ha innalzato il requisito minimo di contribuzione da 15 a 20 anni per il diritto a pensione di vecchiaia senza minimamente tener conto non tanto dei diritti acquisiti ma più esattamente dei “requisiti” raggiunti. L’Inps in casi analoghi (si ricordi al proposito la legge n° 503 del 1992, che ha innalzato i requisiti contributivi per il diritto a pensione di vecchiaia così come ha fatto poi Enasarco) ha fatto salvo i “requisiti raggiunti” garantendo il diritto a pensione a chi aveva 15 anni di contributi alla data del 31/12/1992, anno di introduzione dell’innalzamento contributivo.
NESSUNA POSSIBILITÀ
Lo stesso, non ci crederà, è avvenuto con la legge Fornero che si non si applica a chi aveva maturato i requisiti contributivi e di età alla data del 31/12/2011. Ma ad aggravare ulteriormente la situazione, per lei, c’è il fatto che non è possibile con Enasarco, a differenza dell’Inps, versare volontariamente la contribuzione mancante in quanto la richiesta di autorizzazione alla prosecuzione volontaria andava inoltrata entro due anni con decorrenza dal 1° gennaio successivo, dalla cessazione del rapporto di agenzia; per cui , direi, che nel suo caso non c’è alcuna possibilità di raggiungere i 20 anni di contributi richiesti a meno che inizi un’attività lavorativa con obbligo di iscrizione all’Enasarco. Nell’ultimo regolamento Enasarco è stata introdotta la possibilità, dal 2024, di una pensione “contributiva” con soli cinque anni di contributi a 67 anni di età; ma anche qui bisogna essere iscritti all’Ente alla data del 1° gennaio 2012 ed avere almeno cinque anni di contributi da tale data.
Come avrà capito, per lei, le possibilità di aver diritto ad una pensione, se non cambia qualcosa, sono quasi nulle; così come la speranza di vedersi restituiti i contributi inutilizzabili. Personalmente valuterei, per quanto detto, la possibilità di un’azione legale, che andrà esercitata una volta che Enasarco avrà respinto la domanda di pensione. La causa non può essere fatta in via preventiva. Tridico non ci può fare nulla, la politica, se volesse, sicuramente qualcosa potrebbe!
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