LETTERE AL DIRETTORE
La crisi del Pd
Egregio direttore,
l’inizio con girandola di nomi sia a livello nazionale che locale per il congresso Pd segnala che il gruppo dirigente del partito non ha colto la profonda crisi. Prima dei nomi occorre un confronto politico serrato e profondo su chi vogliamo essere e dove vogliamo andare.
Un confronto che ascolti gli iscritti, gli elettori e tutte quelle persone che in questi anni non abbiamo coinvolte a far politica. Ma un partito per ridiventare un soggetto sociale attraente deve avere una propria identità, coerente tra quello che dice e quella che fa quando governa a tutti i livelli e non trasformarsi solo in luogo dove alcuni fanno carriera.
Tra gli iscritti, gli elettori e cittadini interessati ci sono tante persone competenti, serie e che in queste ultime campagne elettorali si sono impegnate, partiamo da loro per il congresso e per le nomine. Per il congresso sono per mantenere il nome e per seguire il percorso indicato da Letta, prime le idee per cui appassionarsi, poi il nome di chi meglio interpreta la sintesi.
Per il territorio parmense però basta con segretari sindaci o amministratori, bravi ma già molto impegnati, in questa fase molto complicata e difficile del nostro paese, inoltre che le decisioni vengano prese negli organismi deputati e non nei soliti caminetti.
Mi auguro che il futuro segretario donna o uomo che sia lo faccia per il bene del partito, della sua gente e dell’Italia e non come un trampolino di lancio. La politica ha bisogno di idealità e di passioni da tradurre in concretezza quando governi.
Franco Ceccarini
Parma, 13 ottobre