lettere al direttore

La natura si ribella

Giorgio Mezzatesta

Gentile direttore,
non penso che ciò che è successo in Romagna sia stato sufficiente a far comprendere come sia importante vedere il territorio non come un inesauribile serbatoio di risorse da sfruttare a vantaggio di noi esseri umani, ma come preziosa riserva di biodiversità, fonte di cibo e regolatore dei flussi idrici. Credo infatti che se continueremo a considerare come progresso un consumo di suolo che viaggia alla velocità di due metri quadrati di cemento al secondo, il futuro del pianeta e di noi esseri umani sarà scontato. Il buon senso ci dovrebbe consigliare di riflettere sui nostri comportamenti perché se continueremo ad occupare ogni spazio rimasto libero costruendo ponti, trafori, autostrade e strade anche a ridosso delle zone franose, non risparmiando neppure gli alvei dei fiumi anche imbrigliandoli in argini sempre più alti, non dovremo poi lamentarci se la natura ci si rivolta contro.
Purtroppo, invece, vedo che dopo ogni catastrofe, per scappare dalle responsabilità, si cercano comodi capri espiatori addossando le colpe una volta agli ambientalisti colpevoli di dire sempre no alle «necessarie» opere pubbliche, un’altra alla natura cattiva che fa piovere troppo, un’altra ancora agli animali che scavano le loro tane e alle piante che crescono nelle aree golenali e sugli argini senza comprendere, per queste ultime, che la loro presenza è del tutto benefica dato che le loro radici rallentano e contengono la corsa delle acque.
E allora questi disastri, dovuti ad un’innegabile e drammatica crisi climatica, dovrebbero far capire che forse la ragazza svedese Greta Thunberg, che ancora qualcuno irresponsabilmente chiama Gretina, animatrice di cortei di milioni di giovani, una qualche ragione l’ha nell’affermare che non si sta facendo un bel nulla per evitare quei cambiamenti del clima che lasceranno un pianeta poco vivibile a chi verrà dopo di noi. E così temo continueremo a considerare il suolo non come un ecosistema da salvaguardare, ma come una semplice metratura di terra da sfruttare per quel tanto agognato progresso che non sempre si avvia su strade che sono un bene per l’umanità. Anzi.
Parma, 15 giugno