lettere al direttore
Uomini armati in centro storico
Gentile direttore,
scorrendo le notizie pubblicate sul suo quotidiano di ieri 24 novembre nella cronaca di Parma, mi ha colpito la notizia dei 2 pregiudicati ivoriani che insieme ad un amico giravano in pieno centro armati di mazze da baseball, catene ed altro materiale contundente per fronteggiare sembra spacciatori tunisini rivali, con una disinvoltura incredibile come se stessero andando a prendersi un caffè, incuranti della presenza di persone indaffarate nelle proprie attività quotidiane. Ormai non se ne può veramente più di questi delinquenti extracomunitari, che hanno scambiato le nostre città come qualcosa di loro proprietà e che si sentono padroni di spacciare, rubare ed ubriacarsi impunemente dimenticandosi che sono ospiti di un paese che li ha accolti e sfamati e che a questo deve rispetto e comportamenti in linea con le sue leggi.
Questa accozzaglia di personaggi indesiderati e nullafacenti vanno rispediti con decisioni rapide e veloci in capo a una delibera di una autorità locale ai loro paesi di origine; nel caso specifico gli ivoriani citati nell'articolo e sicuramente già conosciutissimi dalle forze dell'ordine, andavano accompagnati in un aeroporto e immediatamente espulsi senza se e senza ma, con foglio di via definitivo di non ritorno in Italia disposto dal Prefetto di Parma sicuramente l'autorità per conoscenza dei reati di questi delinquenti, più idonea giuridicamente a mio giudizio a simili decisioni.
Capisco che per un paese burocrate come l'Italia, arrivare a soluzioni di questo tipo non sarà semplice, ma personalmente non vedo altra strada per affermare la sovranità e lo stato di diritto, che accoglie ma che al momento opportuno sa espellere e allontanare in modo rapido e definitivo tutti quelli che non sanno rispettare le nostre leggi e la nostra cultura. Aggiungo e concludo, che questo modo di operare andrebbe direttamente anche a tutela delle persone extracomunitarie perfettamente integrate che lavorano e che producono reddito e di conseguenza benessere per loro e per il paese che li ospita.