LETTERE AL DIRETTORE

I cani non hanno il senso di colpa

Giorgio Mezzatesta

Gentile direttore,
qualche giorno fa, in via Cavour, ho incontrato un mio compagno di liceo che non vedevo da molti anni. Così, dopo aver ricordato il periodo della scuola, mi ha confidato di leggere sempre le lettere che scrivo sulla Gazzetta non trovandosi tuttavia d’accordo con me quando sostengo che i cani non hanno il senso di colpa. Così ha cominciato a raccontarmi che quando torna a casa e vede il cane, un giovane labrador, accucciato, tremante con la coda fra le zampe, capisce subito che ha fatto qualcosa di sbagliato come lasciare qualche ricordino non troppo profumato in qualche angolo dell’appartamento. Per lui quello è il segno evidente che Rochi capisce di averla combinata grossa. L’ho lasciato dicendogli che gli avrei risposto tramite la Gazzetta dato che ritengo non essere l’unico padrone a credere, erroneamente, che i cani possano pentirsi e avere il senso di colpa. I nostri fedeli compagni, per quanto intelligenti siano, non possono infatti comprendere i motivi di un nostro rimprovero per un episodio avvenuto qualche minuto o addirittura qualche ora prima. Per tutti i cani vale infatti la regola della simultaneità nel senso che li si può rimproverare solo nel momento in cui stanno commettendo ciò che riteniamo sbagliato dato che già dopo 3-4 secondi non riescono più a collegare la punizione con ciò che hanno fatto. Dato non essere un segreto che i cani riescono a percepire le nostre emozioni è’ molto probabile che il mio vecchio amico rientrando in casa, temendo di trovare il solito ricordino, assuma un aspetto minaccioso iniziando a frugare in ogni angolo. Come risposta al suo comportamento il suo giovane labrador altro non può fare se non assumere quel tipico atteggiamento di colpa pur non avendo capito un bel nulla. A dimostrazione di ciò alla prima occasione è molto probabile rifarà ciò per cui è stato sgridato.

Parma, 19 gennaio