lettere al direttore

Paolo Chiesi e la Neonatologia

Prof.ssa Cinzia Magnani

Gentile direttore,
in occasione della morte del dr. Paolo Chiesi, sento il dovere, come medico neonatologo che ha lavorato per oltre 40 anni presso la Uoc di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale di Parma, ricoprendone la responsabilità dal 2011 al 2018, di diffondere il significato dell’operato del dr. Paolo Chiesi e del gruppo da lui diretto in questa branca della medicina.
Ero presente quando ai primissimi anni Ottanta venne utilizzato, primi in Italia, in un neonato pretermine il surfactante farmaco deputato a favorire l’areazione dei polmoni immaturi dei pretermine.
Compresi che eravamo testimoni di un evento straordinario: le immagini radiografiche dei polmoni passavano da una diffusa opacizzazione a una significativa trasparenza ponendo un contributo decisivo verso la guarigione. Da allora milioni di neonati prematuri in tutto il mondo hanno potuto disporre di questa terapia frutto della ricerca del dr. Paolo Chiesi e hanno potuto avviarsi alla vita. A tutt’oggi rimane un presidio indispensabile nelle cure neonatali e vi è un continuo monitoraggio e verifica di tempi, modi e dosaggi per ottimizzarne sempre di più l’impiego.
Non molti sanno che proprio Parma è stata tra le prime Università ad istituire la branca di neonatologia separata dalla pediatria riconoscendo le peculiarità patologiche del neonato. Erano gli anni Settanta quando il prof. C. Imperato, direttore della Pediatria, diede ad prof. M. Moretti la responsabilità del reparto di Neonatologia e terapia intensiva neonatale.
Da allora le cure al neonato critico si sono enormemente arricchite e le procedure assistenziali alla nascita sono state drasticamente modificate favorendo i primi adattamenti alla vita extrauterina e incentivando la relazione madre - neonato – papà. Il contributo di altre specialità ha permesso di attivare percorsi diagnostico terapeutici condivisi su problematiche neonatali come l’individuazione precoce della sordità o di specifiche patologie oculari: percorsi importantissimi che hanno portato a prospettive a distanza molto migliori per i piccoli pazienti con problemi di udito e vista.
Infine vorrei fossero ricordati i meriti, la disponibilità e la passione dei medici e di tutto il personale infermieristico e ostetrico che in tutti questi anni hanno lavorato in questo settore, ciascuno portando un contributo personale significativo nel progresso della assistenza neonatale che continua tuttora sotto la guida della prof.ssa Perrone.

Parma, 7 marzo