LETTERE AL DIRETTORE
Le manifestazioni e i divieti
Egregio direttore,
risulta che dal 7 ottobre scorso a oggi, le manifestazioni pro Palestina (e perfino pro Hamas, c’è da temere) siano mille e ventitre (1023). Non poche. E non è certo finita qui. La matrice ideologica di tali manifestazioni, legittime quando lo sono e non autorizzate quando non lo sono, è piuttosto nota: siamo dalle parti della sinistra, sinistra estrema, centri sociali, collettivi. La mia modesta opinione mi spinge a sospettare che la dinamica sia piuttosto intuibile: perfino nelle manifestazioni non autorizzate, e sottolineo «non», questi soggetti spingono, premono, sbraitano contro le Forze dell’ordine con lo scopo di passare ovunque ugualmente nonostante i cordoni della Polizia, e lo fanno lanciando offese vergognose, sputi, improperi agli agenti colpevoli soltanto di fare il lavoro per cui sono miseramente pagati; per poi, i manifestanti, ergersi a vittime. Perché è questo che fanno e che dovrebbero fare le Forze dell’ordine, fino a prova contraria: garantire l’ordine. Se a un certo punto si trovano di fronte orde di scalmanati nelle vesti di innocui studentelli, cos’altro dovrebbero fare, i poliziotti, per salvaguardare certi punti sensibili delle città che hanno il compito di tutelare? Si presume che debbano fare quel che fanno tutti i poliziotti del mondo: tutelare l’ordine e tutelare anche se stessi, vedi mai. O sta scritto da qualche parte che debbano subire passivamente vestendosi da crocerossine e facendo passare chiunque permettendogli di fare qualsiasi cosa? Si chiamano «manifestazioni non autorizzate», o no? Perché stando a quel che si sente sembra di vivere in un mondo... al contrario, sì. Se c’è qualcuno che esagera dovrà poi assumersene la responsabilità, è ovvio, ma si chiamano «Forze dell’ordine», e non «Forze del disordine e della tolleranza o della genuflessione», fino a prova contraria. Questa sarebbe la logica e la legge, ma di logica in questo Paese se ne vede troppo poca; soprattutto quando a fare cagnara per ogni cosa si mette in pista questa Opposizione con i suoi seguaci. Eppure certe scene le abbiamo viste anche nei governi precedenti con ministri e presidenti del sopra citato colore politico! O no? Di contro, c’è qualcuno, in giro, che insegna a questi soggetti che in una manifestazione non autorizzata vanno rispettati i divieti? O è tutto lecito? Libertà è permissivismo? Libertà è diritto di fare ciò che si vuole costi quel che costi sbraitando parolacce vomitevoli ai poliziotti accompagnate da immagini dei rappresentanti di questo governo insanguinate e perfino bruciate o a testa in giù? Ne sono prova i ventisei agenti finiti all’ospedale dal 7 ottobre e i centoventi finiti all’ospedale nel 2023 e la volante assalita da una cinquantina di «anarchici» nei giorni scorsi. E sputare improperi come «luridi fascisti» verso i poliziotti è tutto lecito per gli «innocui e pacifici studentelli»? Ed è normale? O c’è qualcosa che non quadra? Sempre di contro, ci sarebbe un’altra alternativa: i poliziotti dovrebbero lasciarli fare. Chissà... Quando ci troveremo caos, città devastate, negozi sfondati, sinagoghe imbrattate di antisemitismo da questi «pacifici studentelli» pseudo pacifisti ma muniti di odio atavico e ideologico a prescindere contro questo governo, allora forse, ma solo forse, anche questa opposizione e i suoi seguaci chiederanno l’intervento della Polizia? Come si nota, ho messo il punto interrogativo.
Colorno, 6 marzo