Lettere al direttore

Una strada per Ramelli

Paolo Galloni

Gentile direttore,
il 29 aprile di 50 anni fa moriva, dopo 47 giorni di coma, Sergio Ramelli. Aveva 19 anni.
Un gruppo di militanti del movimento della sinistra extraparlamentare Avanguardia Operaia lo aveva aggredito sotto casa spaccandogli la testa a colpi di chiave inglese.
La sua colpa?
Aver scritto un tema contro le Brigate Rosse ed essere un attivista del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano.
Insomma, era un fascista (o neofascista) e come tale meritava una dura lezione. Passeranno decenni prima che la storia di Ramelli cessi di essere un tabù.
Oggi in diverse città ci sono vie e giardini a lui intitolati; bello sarebbe se anche Parma gli dedicasse una via per perpetuarne il ricordo e come condanna di quella violenza politica, da qualunque parte essa provenga, che negli anni di piombo non riconosceva la libertà di pensiero e di parola e il rispetto delle opinioni altrui che sono il fondamento di ogni democrazia.
 
Parma, 27 aprile