lettere al direttore
Parcheggiare bene si può (e si deve)
Egregio direttore,
che i parcheggi a Vigatto siano scarsi lo vedono tutti, tuttavia i posti auto per i disabili devono (devono) restare liberi senza se e senza ma. Andrebbero considerati come se ci fosse una voragine (per le persone normodotate) e non si può accampare alcuna scusa, tipo «siccome non so dove parcheggiare perché ne sono stati previsti pochi, la metto lì». Per la serie «chi se ne importa, non è colpa mia». L’auto non la si mette in quei posti riservati nemmeno un minuto, di giorno come di notte, nemmeno per scaricare la spesa, nemmeno se si ha una qualsiasi urgenza, a Vigatto come ovunque (ad esempio davanti alle farmacie, oppure per prendere il pane… «un minutino», per ritirare i figli all’asilo, tipo via Domenico Maria Villa, ecc.). E questo concetto andrebbe spiegato a chi ha figli piccoli o in età da patente, affinché capiscano la differenza tra correre allegramente e vivere su una sedia a rotelle, o altri tipi di disabilità. Poi ci sono le persone che, senza alcun disabile in auto, utilizzano quei parcheggi esponendo il tagliando senza averne titolo, il che mi fa vergognare per loro.
Vorrei sapere, poi, quante persone utilizzano il garage per altri scopi e magari mettono l’auto (o le auto, visto che ormai ne abbiamo tutti almeno due) nei parcheggi pubblici, privando dei posti chi non ha il garage e, appunto, i disabili.
Come ha scritto la signora Risoli su questa rubrica, l’auto la si può anche parcheggiare da un’altra parte (e i posti si trovano, perché ci sono, due passi fanno bene anche quando piove) e se si ha fretta al mattino per andare a lavorare o portare i figli a scuola, ci si sveglia cinque minuti prima, cinque minuti. Si chiama educazione. Oppure, appunto, chi se ne importa.
Parma, 30 aprile