LETTERE AL DIRETTORE

Cani e padroni nelle aree verdi

Anita Sullam

Gentile direttore,
premetto che amo gli animali e non vorrei essere fraintesa. Sicuramente non amo certi padroni che non hanno il senso della libertà altrui e del limite territoriale. Io abito in una zona urbana dove c'è una bella passeggiata nel verde dell'argine del torrente Parma e dove è stato recentemente creato il grande parco della Memoria.
Non si tratta di aree cani liberi, ma a disposizione di umani che hanno diritto di passeggiare senza essere assaliti. Spesso i padroni, convinti (o noncuranti ) del luogo comune «il mio cane è bravo! Non fa mica niente», non controllano neanche il loro quattro zampe libero e si mettono a chiacchierare fra di loro. Oggi pomeriggio passeggiavo con mio marito quando un cane di grossa taglia è corso verso di noi abbaiando e mostrando la sua minacciosa dentatura. Il padrone, seduto a un centinaio di metri, si è limitato a chiamarlo, senza muoversi, e il cane continuava a venire verso di noi. Non era certo il cucciolone affettuoso e giocherellone.
Abbiamo dovuto gridare più volte di venirlo a prendere e solo quando lui si è alzato in piedi il cane ha fatto dietrofront. Segnalo che un paio di anni fa mio marito fu morsicato in analoga situazione. Sarebbe auspicabile una normativa che non leda la libertà dei cani, ma che preservi l'incolumità degli umani.

Parma, 13 ottobre