Fiera del tartufo: Calestano fa il «pienone»

Tutto murato, per usare un termine abusato ma, in questo caso, appropriato per descrivere l’eccezionale afflusso di visitatori che si è riversato a Calestano nel quarto round della Fiera nazionale del tartufo nero di Fragno. Un impegno a trecentosessanta gradi da parte degli organizzatori per far diventare un prodotto già noto a livello mondiale ma, tutto sommato, di nicchia, un prodotto di largo consumo attraverso la grande distribuzione.
Soddisfatto per come sono andate le cose ieri in paese è il presidente della Proloco, Pino Ciro Silvestri che ha rivolto un pensiero di riconoscenza ai tanti volontari, agli espositori, ai visitatori e a quanti, a vario titolo, hanno contribuito alla riuscita della festa, propiziata da una giornata soleggiata. Porta il segno positivo anche il bilancio di ristoranti, bar e alcuni esercizi commerciali che hanno fronteggiato con soddisfazione la «pacifica invasione» dei visitatori.
La giornata di ieri è iniziata con l’escursione non competitiva nelle terre del tartufo in sella a una mountain bike, seguita dalla camminata sui fianchi della Val Baganza, per ammirare lo spettacolo naturale dei Salti del Diavolo sulla via degli scalpellini. In tutto il paese e nel centro storico sono state allestite le bancarelle di prodotti alimentari tipici, biologici e dell’artigianato artistico.
I riflettori sono stati puntati, neanche a dirlo, sul mercatino e borsino del Tartufo nero di Fragno sotto gli antichi portici del centro storico, che da 26 anni ospitano la kermesse gastronomica. E ancora la rassegna ha offerto la rara opportunità di vistare le vecchie carceri che ospita un'esposizione di sculture realizzate dagli allievi dell’Accademia di Carrara e riscoprire i modellini realizzati dell’indimenticato Alfredo Campanini.
La festa che, secondo una consuetudine consolidata, si è animata nel pomeriggio con l’apertura degli stand dove sono stati proposti vin brulé, caldarroste, frittelle, focaccine al Tartufo nero di Fragno, la pattona e le spongate di Calestano. C’è stato spazio anche per la musica popolare con il gruppo Folking Po eseguita con antichi strumenti, mentre in piazza Bastia è stata allestita la mostra – laboratorio, a cura di Paolo Sacchi, sulla lavorazione della pietra, nell’ambito dell’iniziativa, «Siamo tutti scalpellini». E ancora giochi per bimbi e laboratori creativi a cura della Formichina Mariolina e del Gruppo Mamme.
Sono trascorsi 33 anni dall’esordio della rassegna dedicata al tartufo nero di Fragno che si connota come, nonostante siano trascorsi pochi decenni, una tradizione di lunga data che diventa anche un’opportunità di crescita per il futuro del paese e di un intero territorio.