I due super Peter Pan

37 anni uno, 38 l'altro. Età da pensione, per chi veleggia (e così a lungo) ai vertici dello sport mondiale.

E invece rieccoli lì: la sinfonia spagnola di Valentino Rossi in Moto GP (e che "goduria" vincere proprio in casa dei rivali, quelli del presunto biscotto...) e il guizzo di Gigi Buffon sul rigore che vale uno scudetto, con un balzo esplosivo come quelli degli esordi, o come quelli che valsero il Mondiale 2006.

Due campioni indiscussi. Con qualche scivolata fuori dal campo: cosa che da una parte non ce li può rendere eroi ma che dall'altra avvicina loro, con le loro debolezze anche condannabili, al pubblico che li guarda e che, almeno per la parte sportiva, non può non ammirarli.  Non sono superuomini, quindi: sbagliano come e più di noi. Ma ieri ci hanno ricordato che così che fa diventare campioni: la classe e il talento, certo, ma anche la voglia (e nonostante sembri assurdo vorremmo aggiungere anche l'umiltà) di non considerarsi mai arrivati e "campioni". E di lavorare ogni giorno, con il fisico e soprattutto con la testa, per diventarlo come se si partisse da zero...