Il sindaco Lucchi: "Villa Berceto, lettera di minacce per intimarmi al silenzio"

"Chi tace... vita lunga... in pace". E' l'avvertimento che chiude una lettera di minacce ricevuta dal sindaco di Berceto Luigi Lucchi. E' lo stesso Lucchi a rendere noto l'accaduto, mostrando la lettera - scritta incollando parole ritagliate dai giornali - e la copia della denuncia che ha presentato ai carabinieri. 
La lettera, si legge nella denuncia, è arrivata ieri in municipio. Nella busta c'era un ritaglio della Gazzetta di Parma, con un articolo sulla mostra dell'artista Emanuele Modica a Villa Berceto (stabile sequestrato alla criminalità organizzata), nell'ambito del "Coscienza Festival". "La lettera conteneva minacce gravi nei miei confronti (intimandomi il silenzio) - dice Lucchi nella denuncia e nei confronti del suddetto artista". Sul ritaglio del quotidiano, inoltre, è stata tracciata una croce nel passaggio in cui si parla dell'artista. Secondo chi ha inviato le minacce, "questa mostra" "garrisce con 'opere' (di modica - tacerà -) truculenti cadaveriche che omaggiano "Falcone Borsellino" - Pio La Torre - ecc. esploderà sig. sindaco di Berceto". 
Il sindaco si riserva di presentarsi quale parte civile in caso di un procedimento giudiziario. 

Scrive Lucchi in un'e-mail: “Ho fatto denuncia. Sono coinvolte altre persone. Non ho timore. Non sono un eroe e neppure sono coraggioso ma i sostenitori della mafia non possono fare paura a nessuno. Sono dei poverini che cadono nel ridicolo e una risata li seppellirà” Luigi Lucchi Sindaco di Berceto". 

La solidarietà del segretario della Cgil

A Luigi Lucchi va tutta la nostra solidarietà. Il sindaco di Berceto ha ricevuto un messaggio intimidatorio, una busta con lettere ritagliate, in cui viene invitato a tacere per “avere vita lunga in pace”, con una minaccia di far esplodere la mostra dell'artista Emanuele Modica. A Luigi Lucchi va tutto il nostro appoggio, sappiamo bene quanto importante sia stato il suo impegno per il recupero e la valorizzazione di un bene confiscato alla criminalità organizzata, la villa Berceto.
All'autore o agli autori della lettera di intimidazione diciamo solo che, con poche parole, sono riusciti a far capire esattamente chi sono: degli individui che hanno paura a farsi vedere in faccia, che usano metodi mafiosi e lettere anonime perché si vergognano anche della loro ombra. Con la minaccia di far esplodere una mostra, poi, queste persone non fanno altro che dimostrare un fatto assodato: la mafia ha paura della cultura, dell'arte, e di chi sa educare alla libertà. Comunque a settembre torneremo, ancora più convintamente, a Berceto per il 2° Laboratorio Antimafia SPI-UDU-LIBERA presso la Villa confiscata.
Paolo Bertoletti segr.gen. SPI CGIL Parma