Inaugurazione Casa Pound: disagi e paura
E' stata presidiata fin dalla mattina (leggi e guarda), con invio anche di reparti mobili, la zona di via Toscana in cui è stata inaugurata la nuova sede di CasaPound.
Si è concluso il sabato ad alta tensione di Parma per l’inaugurazione della nuova sede locale di Casapound. Non si sono registrati scontri ma la città emiliana è stata letteralmente paralizzata dalle prime ore del pomeriggio per l’apertura del nuovo circolo 'Il Bastionè del gruppo neofascista e per la contemporanea manifestazione di associazioni antifasciste e gruppi politici contrari a Casapound.
La sede del circolo è infatti in un punto nevralgico della città, a pochi metri dalla linea ferroviaria storica Bologna-Milano, proprio sotto ad un cavalcavia che collega Parma con la bassa est e vicino ad uno svincolo della tangenziale nord. Il capannone, di circa 250 metri quadri, ospiterà una sala riunione, uno spazio biblioteca ed anche una palestra ed è stato inaugurato alla presenza anche del leader nazionale di Casapound Gianluca Iannone. L’associazione conta in città una trentina di iscritti che uniti ai simpatizzanti raggiunge circa le cento unità. Oggi però erano presenti anche un altro centinaio di aderenti al movimento arrivati da tutta Italia.
Duecento invece sono state le persone che hanno sfilato da piazzale XXV Aprile sino a poca distanza dalla sede neofascista dietro allo striscione 'Chiudere Casapound’. In prima fila anche il segretario cittadino del Pd Lorenzo Lavagetto. Contro Casapound nei giorni scorsi si era scagliato anche il sindaco di Parma Federico Pizzarotti che aveva postato su facebook un inequivocabile «Parma, storicamente antifascista non vi vuole, dovreste mettervelo in testa».
A lui oggi ha replicato il leader di Casapound Iannone: «Il sindaco Pizzarotti dice che Parma non ci vuole? Siamo noi a non volere questo sindaco! E’ ostaggio delle giunte rosse ed ha fatto quei proclami solo per non essere fischiato sul palco delle manifestazioni per il prossimo 25 aprile». Con una nota, sempre oggi, ha preso posizione anche l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia che ha sottolineato come «'un sistema civile non può permettersi di essere ingannato da chi maschera azioni sociali con la definizione di 'fascisti del terzo millenniò. La storia ha già condannato in modo inappellabile l'esperienza criminale e rovinosa del fascismo».