Seat Leon: sedotti dal minimalismo
Dimenticate tutto quello che sapevate di Leon, la musica è cambiata: Seat ha conservato solo il nome, come si può vedere già dal design moderno e dinamico chiuso dal colpo di genio di una sottile firma luinosa a tagliare il posteriore. Appena si sale a bordo si respira aria da piani nobili (Audi A3 e Golf 8 condividono la piattaforma) con plastiche di morbida qualità che evocano segmenti superiori.
Ma sono il minimalismo e la pulizia delle linee che ci hanno conquistato. C'è davvero tanto spazio (aiuta il selettore del DSG doppia frizione davvero minuscolo), e al centro della plancia domina un touchscreen generoso e farcito di funzioni come un computer della Nasa. Pochi tasti (ben affogati nel dashboard i comandi della climatizzazione), molta visibilità, tanto digitale: un concetto di abitacolo finalmente nuovo.
E al volante? Abbiamo testato la versione mild hybrid con il 1.5 quattro cilindri benzina da 150 Cv: l'ibrido non si percepisce quasi ma ci si accorge dell'efficienza straordinaria di Seat Leon FR (il top di gamma a 29.300 euro) quando si fa il pieno perché la media reale è di 17/18 km con un litro. In modalità
Sport ci si può anche divertire assistiti da un telaio assai equilibrato anche se il DSG a sette rapporti lavora meglio in modalità meno estreme. Notevole l'insonorizzazione: si sente poco il motore e le rampre vengono digerite con disinvoltura.
SECONDO NOI
PREGI
Design: Bella fuori, muscolosa e moderna; al top nell'abitacolo dominato dalla estrema pulizia
Consumi: Seat Leon 1.5 eTfsi fa dimenticare la nostalgia il diesel
Smart wraparound: Le luci che circondano l'abitacolo non solo eleganti ma anche elemento di sicurezza con la funzione blind spot
DIFETTI
Selettore fari: Innovativo ma poco pratico
Prezzo: La versione al top è cara