il test

Nuova Citroën C5 X: l'ammiraglia si fa in tre

Aldo Tagliaferro

Sintesi di berlina, wagon e Suv, fa del comfort la sua forza. Ibrida o benzina da 32.250 euro

Citroën sceglie di rischiare. E azzarda due scommesse. Una sul suo passato - fatto di ammiraglie audaci e comode che hanno segnato la storia dell’auto - e una sui nuovi gusti degli automobilisti spaesati in un ingorgo fatto di transizione ecologica, scenari di guerra, esigenze quotidiane.

La scommessa ha un nome da robot (C5 X) e tenta una sintesi tra lo status della berlina, la praticità di una wagon e le seduzioni moderne del Suv alto da terra. Audace, originale, certo, ma altrettanto divisiva: può piacere (e anche molto) ma non tutti potrebbero essere pronti a un «compromesso» stilistico unico (o quasi: Panamera ha più o meno imboccato quella direzione, ma in una nicchia per portafogli imbottiti).

Quello di C5 X è un mondo raffinato, in cui Citroën riscopre i suoi valori tradizionali - comfort, inteso come seduta ma anche come sospensioni - ma resta a portata di molti, con un listino che parte a 32.250 euro per la versione benzina 130 Cv (pochini, a dire il vero). Ma i tempi cambiano rapidamente e Citroën stima che oltre metà dei volumi saranno fatti dalla versione ibrida plug-in da 225 Cv; qui però i costi lievitano, siamo sopra i 45mila euro.

Dunque, mettiamo ordine. Partiamo dal design, che non passa inosservato: vettura importante, dal frontale elegante e il cofano con pieghe ardite, il profilo fluido dalla cintura alta, il posteriore largo e deciso. Bassa come una coupé (1 e 48), con il generoso passo dell’ammiraglia (2785 mm) e l’altezza da terra del Suv (19 cm) mimetizza le mole nelle tinte scure, mentre l’impatto è quasi violento nella versione bi-color bianco perla e nero.

Entriamo: l’idea è quella della lounge, un salotto con i sedili più comodi in circolazione, spazio presidenziale anche nel divano posteriore e uno schermo 12” HD che troneggia al centro di una plancia leggera e sufficientemente elegante: un cuore tecnologico mutuato dagli smartphone. Ma colpisce di più - da questo punto di vista - l’head-up display grande, ben visibile, in 3D e ricco di informazioni. Si regola (colpo di genio) dal tasto che sulla portiera gestisce gli specchietti e dalla levetta del tergicristallo. Finalmente semplicità e intuitività, non scontate nemmeno in marchi blasonatissimi.

Detto di un bagagliaio razionale e ampio (545 litri che abbattendo i sedili con un unico tocco diventano 1640), non resta che mettersi al volante. E qui C5 X mostra luci e ombre. Le luci sono quelle di una guida rilassata per comfort, visibilità (siamo in alto, anche se non sembra da fuori), ergonomia, sistemi di assistenza alla guida (c’è quella autonoma di livello 2 e il solito arsenale di sigle), le ombre sono quelle di motori sicuramente silenziosi ma con poca grinta. Sia i benzina Puretech (130 e 180 Cv) che l’ibrido ricaricabile che promette 50 km di puro elettrico sono più adatti alla crociera che agli sprint.
L’erogazione e la trasmissione (automatica EA8) prediligono la comodità alla sportività, non per niente Citroën parla di «tappeto volante» come sensazione regalata dalle sospensioni attive. Beccheggio e rollio in effetti non esistono, l’effetto un po’ ovattato piacerà a chi sogna l’ammiraglia. Chi vuole spingere dovrà fare i conti con un po’ di sottosterzo.

Secondo noi


CI PIACE
Il design è divisivo, ma a noi piace per l'originalità; head-up display tra i migliori in circolazione; seduta di straordinario comfort sia davanti che dietro; le sospensioni attive lavorano bene.
NON PIACE
I motori benzina (soprattutto
il tre cilindri) mancano di spunto; l'avantreno tende un po' al sottosterzo; non c'è il tergicristalli posteriore