Il test
Subaru XV, Suv di razza e pure glamour
Al volante del model year 2021 con propulsione mild hybrid
Sempre fuori dal coro, sempre Subaru. E da un annetto a questa parte, anche un po’ più… vanitosa. Il restyling 2021, di XV ha rimodellato mascherina, paraurti e cofano, anche se ad attirare l’attenzione sono soprattutto i cerchi in lega di nuovo disegno, oltre che le sue speciali tinte, tra le quali il Plasma Yellow Pearl.
Il motore, invece, è sempre lui, il 2 litri 4 cilindri boxer (150 Cv) accompagnato da propulsore elettrico supplementare solidale con la trasmissione (è così che Subaru intende il mild hybrid), che a intermittenza spinge XV anche in solitaria (per qualche centinaio di metri, e a basse velocità).
Peccato abbia da tempo abbandonato il turbocompressore. In compenso, ne guadagnano le economie di esercizio: anche 14-15 km/l, merito anche del mini-ibrido e delle sue logiche. Senza le quali XV e-Boxer (prezzi da 33.600 euro) consumerebbe il 10% in più.
L’automatico a variazione continua Lineartronic è un tipo strano: appagante nella guida cittadina, meno naturale di un classico convertitore di coppia in tutti gli altri casi. Un Suv imborghesito, XV ultima maniera, ma pur sempre una Subaru di razza: con tanto di chirurgica Symmetrical AWD (con di serie X-Mode per la calibrazione di più driving mode), angoli di attacco e uscita da mezzo all terrain, infine sopraffina elettronica made in Japan. Rispetto a tanti altri sistemi, l’EyeSight Subaru ha una marcia, anzi un occhio in più: due telecamere stereo vedono e comunicano tutto a un cervellone artificiale prudente e non invadente.