IMMATRICOLAZIONI

Mercato dell'auto: il 2022 l'anno peggiore dal 1978. Calo del 31% dal 2019

Sono state 1.316.702 le immatricolazioni in Italia nel 2022, in calo del 9,7% rispetto all’anno precedente. Nell’ultimo mese c'è stato un balzo delle vendite, pari a 104.915, il 21% in più di dicembre 2021, quinto segno positivo consecutivo.

«Il 2022 non è stato certamente un anno buono per la transizione verso l’elettrico. La quota di mercato di questa alimentazione, che sarebbe dovuta crescere con la spinta degli incentivi statali, ha invece consuntivato una flessione rispetto al 2021, arretrando dal 4,6% al 3,7% e facendo registrare il peggior andamento tra i più grandi mercati in Europa». E’ il commento di Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.

«I volumi di immatricolato dell’anno - spiega - sono stati i più bassi degli ultimi 40 anni, anche peggio del 2020 quando eravamo nel pieno della pandemia e le reti di vendita subirono la chiusura forzata dell’attività per oltre due mesi. Di questo passo il rinnovo del parco circolante italiano continua a essere molto lento e le previsioni per l’anno appena iniziato, in un contesto economico di forte inflazione, restano ancorate alla prudenza. Inoltre, soprattutto in vista del divieto europeo di vendita dei veicoli endotermici a partire dal 2035, rimangono molto forti i dubbi circa l’opportunità di puntare sul 100% elettrico».

Chiude in bellezza per l’automobile uno degli anni peggiori dell’ultimo mezzo secolo sottolinea il Centro Studi Promotor che mette in evidenza come rispetto al 2019 si registri a dicembre un calo del 25,3% e nell’anno del 31,3%.
Il risultato del 2022 - spiega il Csp - supera soltanto dello 0,9% il livello del 2013, peggior risultato dal 1978. Ha determinato l’inversione di tendenza il miglioramento nelle forniture di microchip e di altri componenti essenziali per le auto. E’ lecito attendersi che questa continui a migliorare nel 2023 con benefici effetti sulle vendite, ma il ritorno a livelli normali per il mercato italiano, cioè superiori a 2.000.000 di unità annue, appare ancora molto lontano.

In questo quadro - osserva Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor - la ripresa delle immatricolazioni va sostenuta anche da incentivi pubblici come, peraltro, è avvenuto negli ultimi anni. Per il 2023 il Governo ha stanziato 630 milioni per nuovi incentivi con una formula analoga a quella adottata nel 2022 che ha visto esaurirsi in brevissimo tempo lo stanziamento per le auto ad alimentazione tradizionale ed emissioni non superiori a 135 grammi di CO2 al chilometro e ampiamente inutilizzati gli stanziamenti per auto elettriche pure e dintorni. E’ molto probabile che la soluzione adottata per il 2023 produca risultati analoghi e cioè in larga misura insoddisfacenti. E’ quindi auspicabile che il provvedimento venga modificato per rendere gli incentivi per auto elettriche economicamente accessibili anche ad automobilisti con una capacità di spesa limitata e per dare un effettivo e significativo contributo all’eliminazione delle auto più vecchie e più inquinanti.

"Davanti a questo quadro tutt'altro che esaltante - commenta il presidente di Unrae Michele Crisci - dispiace che in un momento così importante e di profondo cambiamento del mondo automotive, nella Legge di Bilancio appena approvata non sia previsto nulla di nuovo per un comparto che deve affrontare rapidamente una profonda riconversione industriale e commerciale della filiera per sostenere la transizione verso una mobilità sostenibile".