Reportage
Le mille vite di Sochaux: qui oggi Peugeot produce auto elettriche
Lo stabilimento aperto nel 1912 è stato riconvertito. Investiti 200 milioni di euro
Quando lo stabilimento fu inaugurato, nel 1912, Peugeot ci produceva dei camion. Ma già negli anni Venti Sochaux divenne la fabbrica simbolo delle auto del Leone e negli anni Trenta, con la produzione di serie che cominciava a galoppare arrivò a impiegare 12mila dipendenti per fare uscire dalle catene di montaggio 40mila vetture. Oggi ne bastano 3mila per sfornarne più di 300mila e - se il mercato oggi ancora intorpidito reclamasse un passaggio da due a tre turni la capacità produttiva è di 400mila Suv.
Già, perché a Sauchaux oggi si costruiscono le Peugeot 3008 e 5008, inclusa la nuovissima E 5008 attesa a breve sul mercato che viene allestita prevalentemente con motori elettrici. E qui la storia si fa interessante, ma a questo punto è meglio fare un passo indietro.
Franca Contea
Intanto mettiamo una bandierina sulla mappa: Sochaux si trova nella Franca Contea (nota per la produzione del formaggio a pasta dura Comté) a un passo dall’Alsazia e a pochi chilometri dalla Svizzera. Qui, nella Francia orientale, Peugeot ha fatto crescere da oltre un secolo l’economia del territorio, aprendo agli inizi degli anni Sessanta lo stabilimento di Mulhouse (non lontano, nel dipartimento dell’Alto Reno) quando a Sochaux pur con oltre 40mila dipendenti non si stava dietro agli ordini. Lo storico stabilimento, che decennio dopo decennio si era dovuto adeguare alle mutate esigenze del mercato automobilistico, arrivò a sfornare nel 2010 venti milioni di automobili del Leone. Se qui tutto parla di Peugeot, dal meraviglioso museo storico a varie vestigia del novecento (come l’hotel Lion Peugeot a Montbéliard), in questo scorcio di XXI secolo lo stabilimento di Sochaux ha dovuto cambiare pelle per l’ennesima volta con una rivoluzione che deve accompagnare il faticoso passaggio dall’auto con motore endotermico a quella elettrica: la trasformazione più radicale dal 1930 ad oggi.
200 milioni di investimenti
E allora eccoci ai giorni nostri: sotto l’ala di Stellantis il processo di produzione è stato completamente ridisegnato in coerenza con il piano Dare Forward 2030. L’investimento degli ultimi 5/6 anni è stato colossale, 200 milioni di euro. 33 sono serviti per la nuova officina di stampaggio, ma a cambiare è stata soprattutto la logistica: le linee di montaggio, che prima erano distribuite in cinque officine, sono state riprogettate e trasferite nel cuore del sito. Per movimentare la componentistica che arriva a Sochaux (250 Tir al giorno, poi c’è un 30% che viaggia su rotaia) è stato installato un trasloelevatore alto 25 metri. E, soprattutto, ci si è attrezzati per le linee di produzione dei veicoli elettrici privilegiando la flessibilità (dalla stessa linea possono uscire indifferentemente veicoli ibridi, full electric o tradizionali) e le nuove esigenze di assemblaggio delle batterie.
Stellantis non ha fatto tutto da sola. Un programma di sostegno all’innovazione promosso dalla Regione Borgogna-Franca Contea e dalla direzione di Pays de Montbéliard che ha rilevato 44 ettari di terreno. La riconversione, infatti, pur migliorando la capacità produttiva ha ridotto il consumo di suolo, anche nell’ottica di un processo industriale più sostenibile.
Automated guided vehicles
Le porte di Sochaux si sono aperte ai giornalisti di settore in occasione dell’inizio della produzione del nuovo Suv medio E-3008 per mostrare uno stabilimento che conserva il fascino del tempo ma lo integra con soluzioni automatizzate modernissime. Si è circondati da centinaia di «agv» (l’acronimo per automated guided vehicles, come quello nell'ultima foto in basso) che trasportano componentistica nei vari reparti, sono in grado di fermarsi di fronte a un ostacolo imprevisto e popolano silenziosi le alte volte dello stabilimento. Nelle linee di montaggio si alternanza giganteschi robot ai quali sono affidate le operazioni più impegnative (ad esempio inserire il pacco batterie, che pesa 650 kg, nel pianale) lasciando agli operai specializzati le stazioni per il lavoro di fino degli assemblaggi e delle cablature. Bastano così 3000 dipendenti in produzione (ma ce ne sono altrettanti, sempre nei 135mila metri quadrati di Sochaux, adibiti alla Ricerca & Sviluppo) per far uscire dalle linee 800 auto al giorno, 60 all’ora, una ogni minuto, nei due turni che per ora scandiscono il lavoro. Ma non c’è nulla di frenetico: il lavoro è scandito con regolarità stazione per stazione, niente a che vedere ormai con il Chaplin di “Tempi Moderni”.
Batterie e sicurezza
Il reparto meno spettacolare da visitare, ma il più interessante segno di cambiamento dei tempi, è il reparto di assemblaggio delle batterie. Intanto va detto che anche le batterie sono Made in France, provengono dallo stabilimento di Mulhouse (le materie prime da molto più lontano, ma questo è un altro discorso…), uno dei dodici siti produttivi in Francia di Stellantis, che ha anche inaugurato di recente la gigafactory di Douvrin se per caso ci fossero ancora dubbi su chi è il «socio forte» all’interno di un’alleanza a trazione sempre più transalpina.
Ma torniamo alle batterie: uno degli aspetti più delicati è la gestione in sicurezza dei pacchi da 98 kW che equipaggiano le 3008 e i cui 400 volt vanno maneggiati con molta cura. L’incolumità dei lavoratori prima di tutto. Poi ci pensano i mega robot a spostare le batterie e ad assicurarle con 80 viti per pacco. Non è da meno - sottolineano con orgoglio a Sochaux - l’attenzione per la qualità, con esami scrupolosi di tutti i componenti durante e al termine della linea di produzione.
È la nuova realtà degli stabilimenti automobilistici: più elettronica, logistica più efficiente, riconversione dei processi. Sochaux ha appena iniziato una nuova vita. Chissà quante altre ne dovrà affrontare.