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Dacia Duster, la terza generazione
Atteso nel 2024, il listino partirà sotto i 20mila euro. Sempre 4 metri e 34 ma tante novità
Un tempo si attendeva con ansia l’uscita di un nuovo modello «premium» perché erano i brand di lusso a indicare la strada. Ma i tempi, si sa, cambiano, le icone anche. E allora succede che il revealing di Duster, il Suv venuto dal basso diventato il più popolare del continente, abbia i crismi dell’evento.
Dacia ha scelto il Portogallo per la prima mondiale della terza generazione di Duster, il modello più importante per la Casa del Gruppo Renault che ha rivoluzionato il mercato passando in meno di 20 anni dal nulla all’8,4% di quota mercato in Europa nel segmento retail (un comunque notevole 4,4% complessivo) facendo evolvere il concetto di low cost in quello di «essenzialità». 2,2 milioni di Duster (310mila in Italia) sono lì a dimostrarlo.
Design e innovazione
E allora eccolo, il nuovo Duster: più bello, più robusto, all’apparenza anche più grande (in realtà sempre 4 metri e 34 e con le stesse proporzioni), segnato da una «cintura» protettiva che ne diventa il tratto distintivo, soprattutto nella striscia verticale che segna la portiera anteriore (e sviluppa un concetto che era già di Duster). Non solo per il design: il materiale di cui sono composte fa il suo debutto proprio su Duster, si chiama Starkle, è riciclabile al 100% e contiene fino al 20% di plastica riciclata (solitamente, per capirci, non si passa l’8-9%) e poi le piastre di protezione anteriore e posteriore sono colorate all’origine, quindi non perdono mai il colore anche in caso di graffi. L’afflato «eco» non si esaurisce qui: su nuova Duster sono bandite anche le cromature e la pelle.
Ma torniamo al look: frontale imponente, con cofano alto e grande verticalità, il nuovo logo accentua l’effetto tridimensionale e i gruppi ottici riprendono la Y che conosciamo e ritroviamo un po’ ovunque, daei fari posteriori alle bocchette di areazione. Le linee squadrate sanno un po’ di Land Rover e i primi tre quarti di Duster convincono, mentre il posteriore è bello ma meno originale, anche se il portellone mantiene la «firma» delle sporgenze laterali all’altezza dei gruppi ottici.
Diesel no, Gpl sì
E sotto il cofano? Beh, intanto niente diesel, e poi parecchie novità interessanti, tutte «sostenibili». Intanto arriva anche su Duster l’efficiente full hybrid di Renault - già apprezzato su Dokker - per la versione Hybrid 140 (4 cilindri 1.6 più due motori elettrici, cambio automatico) che abbatte del 40% i consumi e in città viaggia fino all’80% del tempo in elettrico; c’è poi la TCe 130 mild hybrid (3 cilindri 1.2 più sistema 48 Volt) destinata a durare perché già pronta per l'Euro7; infine il bi-fuel con Eco-G 100, perché l’elettrico sarà anche di moda ma il Gpl ha sempre il suo perché con 1300 km di autonomia sfruttando entrambi i serbatoi.
Arriva YouClip
Diamo un’occhiata all’abitacolo: spazioso (anche il bagagliaio: 472 litri), con sedute comode, display centrale da 7” a 10”1 a seconda delle versioni virato di 10 gradi verso il guidatore, volante dalla bella presa «tagliato» in alto e in basso. La novità si chiama YouClip: è un sistema per agganciare (in otto punti fra abitacolo e bagagliaio) accessori in plastica utili per appendere la borsa, attaccare un gancio, oppure una torcia, fissare lo smartphone oppure un tablet. Un gadget pratico e intelligente che fa il suo debutto su Duster ma per il quale è facile prevedere un futuro su altri modelli.
Il prezzo «giusto»
In attesa di provarla su strada e vederla in commercio (verosimilmente primavera 2024, un anno prima di Bigster, il crossover di 4 e 60 che rappresenterà la nuova sfida di Dacia) si può per ora anticipare che il listino partirà sotto i 20mila euro, seguendo la filosofia di Dacia che non è quella di un prezzo «economico» ma di un prezzo «giusto», che è poi la chiave del suo successo. Del resto Dacia sfrutta tutto il lavoro in ricerca e sviluppo fatto a monte da «mamma» Renault per concentrarsi sui suoi valori fondanti (robustezza, praticità, essenzialità, funzionalità) che in Duster si traducono in un’indole outdoor e per l’offroad tutt’altro che banale in un B-Suv: 217 mm l'altezza da terra, angoli di attacco di 31 e 36 gradi, discesa controllata, cinque modalità di guida per la 4x4 con il Terrain Control (Auto, Snow, Mud/Sand, Off-Road, Eco).
Adas e versioni
Meriterebbe un capitolo a parte tutta l’elettronica che infarcisce Duster: nuovo il sistema multimediale touchscreen, connettività ormai estrema ma anche tanti dispositivi di assistenza alla guida, dalla frenata automatica di emergenza fino all’assistenza al parcheggio posteriore. Duster, insomma, è diventata adulta. Anche perché il 70% sceglie le versioni al top, dove ora troviamo due contenuti ricchi ma differenziati come Extreme (votata all'outdoor) e Journey (eleganza e comfort). Un gradino sotto c'è Duster Expression mentre l'entry level non poteva che chiamarsi Essential.