Il test
Il nuovo Toyota C-HR full hybrid: più veloce e più efficiente
Di nuova Toyota C-HR, la cui world premiere risale al giugno scorso, sapevamo già un po’ tutto, dallo stile esterno (sempre molto audace, quindi divisivo) ai nuovi interni super digitalizzati, passando per i nuovi motori (arriva il plug-in hybrid) e i prezzi di listino (da 35.700 euro, che diventano 31.950 euro grazie alla promo di lancio). Rimanevano da giudicare le sue proprietà dinamiche: buone notizie, C-HR seconda generazione la si guida che è (ancora) un piacere.
Perché va un po’ più veloce (il 1.8 HEV passa da 122 a 140 Cv, il 2.0 HEV da 184 a 197 Cv), ma consuma pressappoco uguale a prima.
Concentrandosi sulla full hybrid - la prima a sbarcare, a inizio dicembre, in concessionaria -, in particolare sulla più piccina delle due (1.8 Hybrid): una media attorno ai 5 l/100 km, uno squisito feeling elettrico ancor più accentuato che non prima, grazie a nuove mappature centralina. Tanto che in città, se «peli» il gas, il «milleotto» lo si chiama in causa solo a intermittenza.
A proposito di elettronica: l’acceleratore è registrato per restituire una risposta più lineare e riconosce le strade in pendenza, mentre in autostrada il motore termico ruota 500 giri più in basso di prima. Il telaio infine, digerisce meglio le imperfezioni stradali grazie a una nuova tecnologia idromeccanica (Frequency Sensitive Control). Altro? Cresce il bagagliaio, ora da 388 litri. Di spazio passeggeri invece… non ne avanza: d’altra parte non è un Suv, né un Suv coupé, CH-R insiste affinché la si cataloghi come «super coupé».