Il test

Rafale, figlio del vento

Lorenzo Centenari

Stessa taglia di Espace, ma più sexy. Tecnologia e bassi consumi

Rulla sulla pista di decollo il sexy Suv coupé dal nome che è tutto un programma. Anzi, che è tutto una citazione epica. Un caloroso benvenuto a Renault Rafale, omaggio al monoplano da turismo Caudron Renault Rafale che nel 1934 stabilì il record di velocità di 445 km/h. Rafale un Suv veloce come un aeroplano? No, Rafale si ferma a 180 km/h, la sua specialità è semmai il delizioso equilibrio tra performance, comfort, efficienza, stile da mozzare il fiato.

Stessa piattaforma CMF-CD di nuova Renault Espace (e Austral), misure identiche alla stessa Espace, quindi 4 metri e 71 di lunghezza e passo di 2 metri e 74. Rafale come una «Espace coupé»? Con un po’ di immaginazione, sì. Dal Suv 7 posti, Rafale riceve pari pari anche il motore full hybrid: come ingredienti, un 3 cilindri 1.2 benzina da 130 Cv, un motore elettrico di trazione (anteriore) da 70 kW, un motogeneratore da 25 kW dalle funzioni di avviamento e di auto-ricarica del sistema ibrido stesso, una batteria da 2 kWh, una trasmissione automatica multimode senza frizione a 4+2 marce (4 «termiche» e 2 «elettriche»).

Dalla teoria alla pratica: 200 Cv di potenza, 205+205 Nm di coppia, fino all’80% di guida in città in modalità EV, fino al 40% di risparmio sul carburante, rispetto a un ipotetico 1.2 turbo non elettrificato. I dati forniti da Renault sono corretti. Ma solo se a quei dati sottraiamo una cedolare secca del 20%. I dati sono perciò da leggersi così: oltre metà della guida in città in modalità EV, consumi combinati ridotti di un quinto. Cioè non esattamente 4,7 l/100 km come da catalogo, ma pur sempre appena oltre i 5 l/100 km: e per un medio massimo da 1,7 tonnellate, è un ottimo traguardo.

Efficienza e comodità del full hybrid a parte (niente ansia da autonomia, nessuna preoccupazione di dover ricaricare le batterie), sul feeling di guida di Rafale gli ingegneri Renault devono aver speso qualche ora in officina in più, che non nel caso di Espace. È più sportivo e non soltanto come immagine: lo è anche di telaio. Carreggiata allargata di 40 mm, sezione dei pneumatici a sua volta incrementata di 20 mm (245 mm).

Va da sé che il comportamento in curva del suo chassis (McPherson anteriori, Multlink al retrotreno) è percettibilmente più atletico. Lo è anche in assenza dell’asse posteriore sterzante, di serie solo sulla top di gamma Esprit Alpine. Affascinante fuori, col suo becco da caccia stealth di quinta generazione, comodo e tecnologico dentro. Fatta eccezione per gli squisiti nuovi sedili con imbottiture laterali zigrinate, la prima fila è pressoché identica a Espace, ivi compreso il sistema multimediale OpenR Link con doppio display a «L» da 12 pollici per quadro strumenti e infotainment, con sistema operativo Android Automotive 12.

Nonostante l’architettura Suv coupé, seconda fila spaziosa quasi quanto su Espace. Sia per le ginocchia (302 mm), sia sorprendentemente anche per la testa (880 mm: su Espace sono 892 mm). Spazio materiale, spazio mentale: il maxi vetro panoramico a tutta larghezza si opacizza con un «click» sulla plafoniera. Oppure, a voce.

Rafale già ordinabile, primi esemplari in consegna entro giugno 2024 e dal prezzo di ingresso, ancora una volta, uguale a quello di Espace. Ovvero 43.700 euro, allestimento Techno. Per la top di gamma Esprit Alpine servono invece 48.200 euro, a ottobre plana sul mercato Rafale Plug-in 4x4, trazione integrale e 300 Cv. L’impressione è tuttavia che rimarrà Rafale «full hybrid», la formula magica.