Il test
Serie 5 Touring, una e trina
La sesta edizione della station Bmw è ipertecnologica
Come era quello slogan su una nota acqua minerale? Liscia, gassata o… Ecco, con Bmw Serie 5 le tre opzioni trovano alloggiamento nella versione Touring, giunta alla sesta versione di un grande classico della Casa di Monaco. Stesso pianale, stessi spazi e ingombri, ma tre tipi di motorizzazioni diverse. Dal classico diesel abbinato a un mild hybrid 48 volt al nuovo ibrido ricaricabile, fino all’elettrico puro. Tre filosofie di guida, una sola vettura.
Un salto generazionale enorme, specialmente in fatto di sistemi di sicurezza, tema in cui Bmw Serie 5 svetta con innovazioni e dotazioni che fanno tuttavia lievitare i prezzi: si parte da 71.000 euro per la versione di ingresso (73.400 euro per la versione 4 ruote motrici), la 520d da 197 Cv, si arriva ai 103.800 euro della i5 M60i, la più potente, con motorizzazione elettrica da 601 Cv. In mezzo c’è di tutto, per tutte le esigenze e utilizzi.
Polivalente
Una vettura che ha un mercato fiorente specialmente in Europa, Germania in testa, con UK e Italia a seguire: come a dire che la Bmw in abito lungo gode del favore del manager, delle flotte aziendali e delle famiglie con particolari esigenze di carico. Si parte infatti da 570 litri per arrivare a oltre 1700 litri a schienali abbassati, con un piano orizzontale privo di sbavature e praticissimo. Nel frattempo, lo stile è diventato ancora più elegante e filante. Il doppio rene che caratterizza da sempre Bmw, in questo caso non è cresciuto di dimensioni, ma ha mantenuto le proporzioni giuste col frontale. Non è poi così piccolo, ma inserito in quel contesto, con una serie di linee aggraziate dal cofano fino al posteriore, risulta essere bilanciato a dovere. Tra l’altro la Touring, rispetto alla berlina, è identica fino al terzo montante.
Sigla!
Notevole il lavoro a livello di sospensioni, autolivellanti in alcuni modelli, con trazione integrale segnata dalla classica sigla xDrive, mentre le versioni elettriche recano la sigla e-drive. Quindi trazione posteriore tradizionale, con motore anteriore longitudinale di cubatura unitaria di 500 cc (quattro cilindri, due litri; sei cilindri, tre litri). La novità più succosa, ovviamente, riguarda le due versioni con motori elettrici. Una, la e-Drive 40, con motore da 340 Cv a 78.000 euro e 570 km di autonomia dichiarata, l’altra la M60 da 601 Cv e 506 km di autonomia. Ovvero una tradizionale e una sportivissima a trazione integrale con doppio motore davanti e uno all’assale posteriore. La diversificazione di potenza riguarda anche la versione diesel 540d: c’è quella da 226 Cv col motore tre litri e una più spinta da 303 Cv, che però paga il superbollo.
Adas
Al volante spicca il sistema di sorpasso automatico: una telecamera frontale, posta nel cruscotto, vede se con gli occhi si osserva lo specchietto retrovisore e consente il sorpasso di un veicolo più lento. E’ un sistema automatico di livello 2 che per ora viene approvato in Germania, mentre la legislazione italiana è ancora legata alla responsabilità del guidatore. Nota curiosa: si parla tanto di elettrico e plug-in (in solo elettrico, la PHEV percorre circa 100 km), quando il mercato di queste vetture in Italia è ancora diesel per il 70%. Segno che il caro vecchio motore a gasolio, coi suoi bassi consumi (e basse emissioni CO2), ha ancora molto da dire.