Prima mondiale
Ecco la nuova Renault 4: un nome storico per l’elettrica compatta del futuro
Renault ha svelato oggi al Salone di Parigi la nuova Renault 4, remake in chiave elettrica di un’autentica icona della storia dell’auto. Se ci si concentra su alcuni dettagli si riesce a riannodare il filo con il 1956, l’anno in cui l’embrione della R4 prendeva forma. L’allora presidente di Renault, Pierre Dreyfus, chiese di produrre un’auto “Blue-jeans”, che andasse con tutto, proletaria, per la città e la campagna, oggi diremmo “pop”, in grado di contrastare la 2 Cv di Citroen che imperversava da anni (e avrebbe continuato). La R4 sarebbe arrivata nel 1961.
Ma se guardiamo le due silhouette - la vecchia e la nuova R4 - facciamo fatica a sovrapporle. Il design, la tecnologia e la sicurezza oggi impongono standard troppo diversi. Certo, le linee orizzontali nella parte inferiore delle fiancate, il frontale con la griglia orizzontale e i fari tondi, i gruppi ottici in verticale al posteriore, il portellone spiovente ci sono ancora, seppur molto riveduti e corretti. Quello che rimane intatto è lo spirito sbarazzino da “tuttofare” che in appena 4 metri e 14 (pensate, ben 16 cm meno di Zoe, ma la originale stava sotto i 3 e 70…) ci consegna una Renault moderna, di tendenza, adatta alla famiglia, pratica e soprattutto iperconnessa ed elettrica.
Dopo R5, infatti, R4 è l’altro pilastro del segmento B di Renault costruito sulla piattaforma AmpR small, la stessa che condivide la Twingo attesa nel 2026.
Il frontale è caratterizzato da un pezzo unico di 145 cm che include il logo illuminato (una novità assoluta) e un contorno luminoso che comprende i fari tondi, “tagliati” sopra e sotto, che rimandano alla mitica 4L. In caso di urti, le parti più sensibili possono essere riparate separatamente, senza intervenire su tutto il blocco protetto da plastica trasparente.
Altro rimando alla storia è il terzo vetro trapezoidale che caratterizza la fiancata, mentre al posteriore le forme stondate e la linea di cintura accentuata rompono con il passato anche se il generoso portellone segue la stessa filosofia aprendosi - elettronicamente - su un bagagliaio immenso per la categoria (420 litri che diventano più di 1400 abbattendo i sedili e aprono una prateria di 2 metri e 20 abbattendo anche il sedile anteriore del passeggero) e soprattutto con una soglia di carico molto bassa, appena 607 mm, un bel dieci centimetri meno della concorrenza. Sotto si cela una vasca - sfilabile peraltro - con 35 litri di capacità, pratica anche per il cavo di ricarica. Non mancano vani laterali, ganci per borse ed elastici. Chapeau.
Assemblata a Maubege, con la parte elettrica costruita a Ruitz e il motore a Cleon, Renault 4 è assolutamente Made in Europe, e lo si vede negli interni sofisticati e digitalizzati dove trova spazio openR link sviluppato con Google (già visto su Scenic e R5) in grado di dare accesso a oltre 50 App, pianificare percorsi e ricariche, ottimizzare la batteria. Il compagno di viaggio è “Reno”, l’avatar che sfrutta l’intelligenza artificiale di ChatGpt. Già che parliamo di elettronica, gli Adas previsti sono 26, incluso l’innovativo safe exit alert che avverte l’arrivo di veicoli o bici aprendo la portiera (anche posteriore).
Uno sguardo a motori e batterie. Intanto sgombriamo il campo dai dubbi: R 4 non monterà mai un motore endotermico, nemmeno in versione ibrida. Si può scegliere tra due potenze, 120 e 150 Cv. Nel primo caso la batteria prevede 3 moduli, nel secondo 4, con autonomie rispettivamente di 300 e 400 km (Wltp). La batteria è protetta dagli urti, aumenta la sicurezza grazie al Qi code QRescue sul parabrezza e alla “botola” per i vigili del fuoco in caso di incendio. Il peso è ridotto tanto che R4 sta sotto i 1500 kg. Tre i livelli previsti di rigenerazione, oltre alla funzione “one pedal”.
Si carica in corrente alternata fino a 11 kW, in continua a 80 o 100 kW a seconda della batteria. Il caricatore bidirezionale permette di utilizzare batteria anche per ricaricare (ad esempio una bici elettrica) oppure a casa con la tecnologia vehicle to grid aiutando la rete ad assorbire i picchi di ricarica e abbassando i costi. Prevista anche la funzione plug and charge alla colonnina: basta connettere il cavo, poi R4 gestisce tutto da sola, anche la fatturazione.
Il sistema extended grip prevede due modalità di guida ulteriori (Snow e All Terrain) oltre ai “classici” Sport, Eco, Comfort. La capacità di traino è tutt’altro che banale in questo segmento e per un’elettrica: fino a 750 kg. Le sospensioni sono multilink anche al posteriore, una rarità nel segmento B.
Un altro rimando alla storia è il tetto apribile in tela: è previsto nelle versioni “plein sud” - un metro per 80 centimetri - azionabile in più posizioni sia tramite tasto che con comando vocale.
Infine, sono tre gli allestimenti: evolution, techno e iconic, tutte con generosi cerchi da 18”. Splendidi i “Parisienne” che rimandano a una serie speciale di tanti tanti anni fa.