Il test
Nuova Citroën C3 Aircross, il primo B-Suv con 7 posti
L’unico brand di Stellantis a essere cresciuto nel 2024 è stato Citroën. Lo ha fatto grazie alle performance della nuova C3, che sta dicendo la sua anche nella nicchia che l’Italia riserva all’elettrico: è stata la seconda “Bev” più venduta. Bene, il 2025 - anno che completa il totale rinnovamento della gamma del double chevron - si apre all’insegna della sorellona di C3, ovvero C3 Aircross, il primo B-Suv che offre anche sette posti - non comodissimi a dire il vero, ma in 4 metri e 39 si fa quello che si può - e tecnologie finora riservate a segmenti superiori come le sospensioni Advanced Comfort (con due fine corsa idraulici) che tengono viva la storia secolare di un brand che della comodità di marcia ha fatto la sua bandiera.
Guardiamo la carta d’identità di C3 Aircross che entra nel segmento più caldo del mercato italiano dove una vendita su quattro riguarda gli sport utility compatti. La verticalità del frontale, le linee “boxy”, la generale idea di muscolarità sembrano raccontarci un’auto più grande dei 4,39 metri di lunghezza. Merito anche dell’altezza da terra (20 cm) e dell’opzione bicolore, intrigante soprattutto con il tetto bianco. Attenzione: è un optional, mentre dalla paletta dei colori spuntano sei tinte. Le tre linee che compongono i gruppi ottici anteriori sono quasi sfuggenti (più riuscite quelle della C4).
Si potrà obiettare che il colpo d’occhio non rimanda esattamente all’idea di Citroën anche se il nuovo logo retrò è lì a raccontarci una storia molto lunga. Ma la piattaforma è la stessa che Stellantis ha declinato anche su Grande Panda e Opel Frontera. Viviamo un’epoca dove l’economia di scala è un’esigenza e trovare originalità e personalità è sempre più difficile.
All’interno la dashboard sviluppata in orizzontale è molto pulita e arricchite dalle luci d’ambiente. La strumentazione è minima ed è sopra il volante di dimensioni ridotte (diciamo che non siamo lontani dall’idea di i-cockpit di Peugeot. Volendo c’è anche l’head-up display, mentre al centro domina la console touch screen da 10”25 e davanti al passeggero c’è posto per riporre oggetti e montare anche il supporto per lo smartphone. A livello di gadget c’è da sbizzarrirsi: ricarica wireless al centro, telecamera posteriore, cruise control ecc…
Da segnalare, ancora, gli advanced comfort seats (15 mm in più di spugna) che contengono bene ai lati e soprattutto le sospensioni Advanced Comfort, per la prima volta in un BSuv. A bordo c’è più spazio della media del segmento e il bagagliaio spazia da 460 a 1600 litri con una discreta soglia di carico e un utile e pratico doppio fondo. Quando si opta per i 7 posti è meglio farlo per ospitare bambini o viaggi brevi. E se serve spazio per i bagagli c’è un comodo roof box da selezionare nella lista degli optional.
Sotto il cofano battono tre opzioni: l’onnipresente 1.2 tre cilindri turbo 100 Cv cambio manuale, buono soprattutto per abbassare il listino d’ingresso a 19.090 euro; lo stesso motore con 136 Cv, Hybrid 48 Volt, cambio automatico e infine puro elettrico 136 Cv con due livelli di autonomia, 300 e 400 km. Il range dei prezzi si spinge fino a 31.190 euro.
Al volante C3 Aircross offre una buona visibilità, una discreta maneggevolezza e convince soprattutto nella versione elettrica: neutra, docile, mai troppo spinta e con un’inerzia trascurabile. Peccato che la chiave sia rimasta al secolo scorso (come su Grande Panda, del resto): l’accensione “old style” del motore elettrico è un ossimoro difficile da digerire.
Un’ultima considerazione: Citroën propone l’attivazione gratuita - in tutta Europa e su tutti i modelli nuovi - di We Care, una garanzia aggiuntiva di otto anni per motore, cambio e trasmissione. Considerati i problemi avuti negli scorsi anni dalla cinghia di distribuzione di diversi motori Stellantis, un bel benefit. E soprattutto il segnale di grande fiducia nella propria affidabilità. Che non guasta mai.