Contromano

Multe per le emissioni: passata la paura, resta "solo" da costruire la transizione

Aldo Tagliaferro

Non illudiamoci ora che Strasburgo ha detto sì alla revisione del regolamento sulle emissioni di emissioni Co2. Il parlamento europeo ha sì concesso più flessibilità nel raggiungimento dei target di emissioni scongiurando il timore di multe. Ma di fatto il calcolo che avverrà su media triennale anziché annuale serve solo a spostare di qualche mese più in là il problema. Non lo risolve.

L'indicazione europea nel processo di transizione ecologica resta chiara nonostante gli strepiti dei sovranisti e se lo spettro delle sanzioni si allontana mai come ora pare ineludibile che c'è bisogno di una strategia di decarbonizzazione a lungo termine fatta di infrastrutture, incentivi fiscali e all'acquisto. L'Europa - come chiede l'Acea, l'associazione dei costruttori - deve riuscire a mantenere la potenza competitiva del settore messa a rischio dalla Cina e dalla transizione ecologica «garantendo l'autonomia strategica dell'Ue sulle tecnologie ibride».

Il problema è che il mercato la transizione non la sta proprio facendo. Il dato più preoccupante non riguarda tanto le immatricolazioni (ancora lontanissime dai livelli pre Covid sia in Italia che in Europa) quanto i segnali che provengono dalle flotte aziendali che in questi anni stanno sostenendo la domanda a fronte del mercato dei privati, impauriti, indecisi e soprattutto senza soldi: ebbene, un recente studio presentato al Fleet Motor Day indica che ben quattro aziende su dieci non sono intenzionate a rinnovare il parco auto per i timori legati alle nuove normative sui fringe benefit.

Il vantaggio oggi è tutto per i veicoli elettrici (o comunque plug-in) con canoni più alti, gestioni più difficili e lamentele dei driver. Sospese le multe, insomma, adesso c'è da mettersi davvero al lavoro.