Contromano
Colonnine elettriche? Le carenze della A21
Chi segue questa rubrica avrà già dimestichezza con le (dis)avventure che raccontiamo a bordo delle auto elettriche (che qui nessuno demonizza, anzi). Motus-E, una delle realtà più importanti del settore in Italia, nei giorni scorsi ha fatto il punto sulle infrastrutture, ricordando che - citiamo - «l'enorme crescita dei punti di ricarica degli ultimi anni ci pone tra i migliori in Europa in rapporto ai km di rete stradale e al circolante elettrico». Però, mica male. Alla prova empirica però la realtà è ben diversa. Prendiamo la tratta Parma-Torino, 240 km né tanti né pochi, nel cuore del Nord, un collegamento tra città ricche e industrializzate. Ebbene, partendo da Parma, a meno che non ci si voglia fermare dopo pochi chilometri a Fiorenzuola - e avrebbe poco senso - lungo la A21 non c'è mezza colonnina elettrica fino a Torino, che sarebbe per inciso la «capitale» dell'auto. Ce n'è una (una...) in carreggiata Sud, bisognerebbe uscire ad Asti, tornare indietro, rifornire, uscire nuovamente a Felizzano e volgere nuovamente verso Torino. La A21 è un'arteria importante, serve anche il traffico che vengono dalla Francia o escono dall'Italia verso ovest. Serve ai turisti europei (che l'elettrico lo usano di più) che vanno a Torino, a Genova, nelle Langhe. Possibile che nel 2025 quel tratto fra Emilia, Lombardia e Piemonte sia ancora a secco di energia? Non basta contare le colonnine, vanno anche messe nei posti giusti.