IL TEST

Hyundai Inster, citycar elettrica: la nostra pagella

Lorenzo Centenari

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ABITABILITA'

Ingombri orizzontali da automobilina da città (383 x 161 cm), sviluppo in verticale da mini crossover (158 cm). Tanto spazio sopra la tua testa, ma anche tra il driver e il passeggero. E chiavi, cellulare, etc., li infili in vani portaoggetti integrati nell’insolito «divano» bipartito.

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AUTONOMIA

Se il termine di paragone è l’auto elettrica di taglia «S», Inster si distingue sia per un buon grado di percorrenza «reale» (370 km con batterie da 49 kWh), sia per consumi di energia costanti e limitati (circa 20 kWh/100 km) anche ad andature autostradali.

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MATERIALI

L’assemblaggio rispecchia standard elevati, tuttavia Hyundai non risparmia alcune plastiche «croccanti» al tatto.

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PREZZO

Sempre limitatamente al segmento di appartenenza: a 24.900 euro (entry level 42 kWh XTech, comunque ben equipaggiata) non si trovano tante alternative. Cercare per credere.

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DESIGN

Inster divide: c’è chi si innamora della sua sagoma «buffa» e dei giochi di luce di frontale e posteriore, e c’è chi proprio non si abitua a un look coraggioso. La sufficienza è la media tra la lode e un voto scarso.

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FEELING DI GUIDA

Anche chi non ama guardarla, amerà senz’altro andare a spasso per città e dintorni al bordo di un giocattolino che ruota in un fazzoletto, che parcheggi dove vuoi e che nei primi metri scatta più veloce di alcune coupé sportive…

L.C.