mercato
Tomasi Auto, l'usato è certificato
L’auto nuova è un mercato che soffre (-3,7% gennaio-agosto 2025), l’auto usata tiene (+1,9%). Nessuno stupore: gli stipendi crescono più lentamente (+8% dal 2015) dei listini prezzi dei nuovi modelli (+35% dal 2018 nei segmenti B e C). Che la piazza secondaria sia sempre più frequentata, è perciò un fenomeno che obbedisce alla prima legge dell’economia. Usato di qualità come soluzione «ponte» verso una transizione energetica che è sia onerosa, sia (che è ancora peggio) incerta? Ad assegnare al paradigma dell’usato certificato un ruolo strategico è senz’altro Tomasi Auto, azienda leader di settore che esiste dal 1997 e che da Guidizzolo (Mantova) si è espansa nel Nord (Verona, Milano) e Centro Italia (Roma), con (anche) Piacenza e Modena tra le aperture a calendario. Tomasi Auto cresce geograficamente, ma anche numericamente e finanziariamente: 17.500 veicoli venduti nel 2024, un fatturato di 296 milioni di euro, la missione sociale di contribuire a rimpiazzare il vecchio parco circolante nazionale (età media: 12 anni), intercettando al tempo stesso una domanda di vetture giovani (2-3 anni), ripristinate, iper-garantite (4 anni), infine anche ecologiche (100% Euro 6). Se il futuro a lungo termine sono le elettriche, forse i carburanti sintetici, forse l’idrogeno, la mini-rivoluzione a breve raggio passa (anche) dall’usato sostenibile. Sia per l’ambiente, sia per il conto corrente. Perché sotto quota 15.000 euro, sul nuovo nel 2025 trovi niente, o quasi. E un’auto usata, si svaluta pure meno…