Volume 2: il secondo live prog di De André e la Pfm - Video
di MICHELE CEPARANO
Nell'anno del film “Fabrizio De André e Pfm. Il concerto ritrovato”, diretto da Walter Veltroni, è anche il momento di festeggiare i quarant'anni proprio dell'uscita di “Fabrizio De André in concerto-Arrangiamenti Pfm Vol. 2”. Si tratta della “seconda puntata” dei concerti registrati l'anno prima, frutto dell'incontro tra il cantautore genovese e la band di progressive rock. Arrivato dopo la vicenda del sequestro dell'artista e della compagna Dori Ghezzi, fu apprezzato dal pubblico anche se non ebbe però il grandissimo successo del volume 1 in cui erano stati inseriti alcuni tra i più grandi successi dell'artista, come “Il pescatore”, “La guerra di Piero”, “Bocca di rosa” e "la canzone di Marinella". Nonostante questo, l'album, in cui la Pfm continua nella sua opera di “reinventare” le canzoni di De André, dando loro un respiro rock e prog, resta un'opera indimenticabile.
Anche nel volume 2 non mancano alcuni brani molto conosciuti, come “Via del campo”, scritta assieme a Enzo Jannacci, o “Il testamento di Tito”, ma sono altri brani a fare la parte del leone. A partire da “Avventura a Durango”, omaggio a “Romance in Durango” dall'album “Desire”, tra i capolavori di Bob Dylan. Riscritta insieme a Massimo Bubola e uscita in “Rimini”, è un'intrigante storia western a cavallo del confine messicano. Bello l'intro con le percussioni di Franz Di Cioccio e anche il ritornello che, dallo spagnolo dylaniano si trasforma in napoletano, lingua che De Andrè dimostro anche più avanti di saper usare bene come in “Don Raffaè”. Dopo il pezzo introduttivo un altro momento destinato a fare epoca la lunghissima e, a tratti, divertente presentazione di tutti i musicisti affidata a Di Cioccio. Poi la favola “Sally”, uno dei momenti migliori di un concerto leggendario. Ma il volume 2 comprende anche la dolente “Verranno a chiederti del nostro amore”, “Rimini”, come “Avventura a Durango” e “Sally” dall'album scritto con Bubola, “Maria nella bottega del falegname” e "Il testamento di Tito", questi ultimi due brani da “La buona novella”, uno dei tanti capolavori regalati al suo pubblico dal cantautore genovese.
L'anno successivo De André pubblicherà un altro disco destinato a entrare nella leggenda: quello, cosiddetto, dell'indiano. Stupenda la copertina che riproduce un'opera dipinta da Frederic Remington di un nativo americano a cavallo, come le canzoni. Tranne l'ultima ("Verdi pascoli"), davvero una più dell'altra
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