Le regole per l’elezione del presidente degli Stati Uniti, che è un Paese con un sistema istituzionale di tipo semipresidenziale, sono fissate nell’articolo 2 della Costituzione americana.
Si svolgono OGNI QUATTRO ANNI. Può candidarsi chi ha più di 35 anni, è nato negli Usa e vi risiede da almeno 14 anni. La prima fase del voto è quella delle primarie. Ma un candidato alla presidenza, per esempio un indipendente, può candidarsi anche senza questo passaggio.
L’elezione non avviene a SUFFRAGIO UNIVERSALE MA CON METODO INDIRETTO. Stato per stato, nell’Election Day (quest’anno l’8 novembre) i cittadini votano i cosiddetti "grandi elettori", quelli che poi il mese successivo saranno chiamati all’elezione vera e propria del presidente e del vicepresidente.
I GRANDI ELETTORI sono 538 e formano lo "United States Electoral College". Per conquistare la Casa Bianca c'è bisogno di ottenere il voto di 270 "grandi elettori", vale a dire la metà più uno. Il numero dei "grandi elettori" è fissato facendo la somma tra il numero dei senatori (100, due per ogni Stato) e dei deputati (435 assegnati proporzionalmente alla popolazione). A questi vanno aggiunti i tre delegati che spettano al District of Columbia, dove si trova la capitale federale Washington.
Nella stragrande maggioranza dei casi vige la REGOLA DELLA "VITTORIA TOTALE" ("winner take all electoral system"): il candidato che vince il voto popolare in uno stato ottiene la totalità dei 'grandi elettorì di quello stato e sceglie delle persone di fiducia che potranno confermare la sua elezione.
I "grandi elettori", infatti, si esprimono con VOTO SEGRETO e in teoria possono assegnare il proprio voto a chiunque. Tuttavia, salvo rare eccezioni, ognuno di loro vota il candidato che li ha designati, e le loro preferenze vengono confermate dal Congresso agli inizi di gennaio. I delegati che votano diversamente vengono definiti "elettori infedeli".
NEL CASO DI PARITA' fra i 'grandi elettorì(come accaduto nel 1800 e nel 1824) a decidere è il Congresso degli Stati Uniti.