Nel 2014 i ricercatori dell’università del Michigan hanno lanciato un’applicazione per smartphone, chiamata Entrain, per suggerire consigli per riprendersi dal jet-lag (il disturbo dovuto al cambio di fuso orario). Per usarla nell’ambito della ricerca era necessario fornire informazioni riguardo alle ore di sonno e alla nazionalità; e così si è scoperto che quelli che dormono meno sono gli abitanti di Singapore e i giapponesi, con una media di 7 ore e 24 minuti di sonno per notte: vanno a letto tardi e si svegliano presto. Mentre i più dormiglioni sarebbero gli olandesi, con 8 ore e 12 minuti. Ad andare a letto prima sono invece inglesi, tedeschi e americani (tra le 22:30 e le 23), che di conseguenza tendono a essere anche tra i primi a svegliarsi (tra le 6:45 e le 7).
Gli italiani sarebbero tra i più tiratardi (23:45 la media a cui andiamo a letto, 7:45 circa l’ora della sveglia). In tutto circa seimila persone hanno condiviso i loro dati con i ricercatori, che per realizzare le loro statistiche hanno preso in considerazione soltanto quei paesi da cui proveniva la gran parte di chi rispondeva. Quasi il 50% di loro risiede negli Stati Uniti, il 9% in Australia e il 5 per cento in Canada. Gli europei sono poco più del 15% del campione, gli abitanti di Singapore, Cina o Giappone il 5 per cento. Insomma gli italiani sono quelli che vanno a dormire più tardi e si svegliano più tardi; controindicazioni? Maggiore intelligenza. Secondo una ricerca dell’università di Madrid infatti chi va a letto tardi (e tardi si alza) presenta una maggiore logica di ragionamento e pensieri più strutturati.
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