Un piano strategico nazionale per lo sviluppo del biologico
È stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni il Piano strategico nazionale del biologico. Un’iniziativa che mira a centrare una serie di obiettivi per la crescita del settore, sia in termini di mercato che di superficie dedicata all’agricoltura biologica, da raggiungere entro il 2020. La road map tracciata è il risultato del lavoro portato avanti dal Mipaaf insieme a tutta la filiera. “In questo momento di forte crescita è fondamentale mettere in campo una strategia d’insieme e a lungo termine, in grado di dare un indirizzo preciso allo sviluppo del biologico così da coordinare al meglio le politiche di sostegno e dare allo stesso tempo risposte concrete alle esigenze degli operatori”, ha spiegato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. Il piano prevede dieci azioni. Tra le principali, uniformare le modalità di applicazione della misura di sostegno all’agricoltura bio prevista dai PSR tra le diverse Regioni italiane, favorire l’aggregazione del mondo della produzione e le relazioni stabili con gli altri attori del comparto, sviluppare campagne di informazione specifiche per l’agricoltura biologica, favorire la semplificazione della normativa di settore, intensificare le attività di controllo e certificazione del prodotto biologico in entrata, e la predisposizione di un piano nazionale per la ricerca e l’innovazione in agricoltura biologica. Il tutto per incrementare numeri che in Italia sono comunque già di tutto rilievo. Nell’ultimo anno i consumi interni di prodotti biologici hanno registrato un incremento del 20% . E secondo le cifre fornite dal Ministero, sono oltre 1,3 milioni ettari di superficie coltivata, più di 55.000 gli operatori del settore, con un fatturato che sfiora i 4 miliardi di euro.
Previsti 23,5 milioni nel Psr per rendere più efficienti le aziende del settore agricoltura al passo coi tempi: Ecco bando per gli investimenti
Rendere le aziende agricole più moderne ed efficienti, e di conseguenza più competitive sui mercati. Questo l’obiettivo che si pone il primo bando del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, destinato a sostenere gli investimenti aziendali in agricoltura con risorse per 23,5 milioni di euro che, considerando il cofinanziamento privato, dovrebbero arrivare a movimentare oltre 58 milioni in Emilia-Romagna. Il bando regionale è rivolto a tutte le aziende agricole con sede in Emilia-Romagna, sia in forma singola che associata.
Come funziona
I finanziamenti previsti sono destinati alla costruzione o ristrutturazione di immobili produttivi, agli interventi di miglioramento fondiario, all’acquisto di macchinari, attrezzature, impianti di lavorazione e trasformazione dei prodotti, ma anche
agli investimenti per avviare la vendita diretta, così come all’acquisizione di programmi informatici, brevetti, licenze. Il tutto con lo scopo di finanziare l’innovazione in azienda, migliorare i processi produttivi, ridurre l’impatto ambientale delle lavorazioni, migliorare la qualità dei prodotti. I fondi saranno erogati dalla Regione in conto capitale e saranno del 50% della spesa ammissibile in caso di giovani agricoltori, aziende agricole di montagna o operanti comunque in zone con particolari vincoli ambientali. in tutti gli altri casi, la quota si abbassa al 40%. La spesa ammissibile varia a seconda della dimensione aziendale, e va da un minimo di 20 mila euro a un massimo di 3,5 milioni di euro. Nello stilare la graduatoria, che sarà resa nota a fine novembre, sarà data priorità agli interventi dedicati all’agricoltura biologica, integrata, ai prodotti Dop e Igp o destinati a migliorare la sicurezza sul lavoro e ad aumentare l’occupazione. Punteggi aggiuntivi anche ai progetti con valenza ambientale (dalla bioedilizia, all’efficientamento energetico), compresi quelli che portano ad una riduzione del consumo di suolo agricolo. Già prevista la ripartizione dei fondi tra i vari settori: oltre 5,7 milioni di euro per l’ortofrutta; quasi 5,1 milioni per il lattiero-caseario; 4,9 per il cerealicolo, colture industriali, foraggere e le sementi; 2,6 per il comparto avicolo e le uova; 2,3 per le carni suine;1,4 per il vitivinicolo; oltre 960 mila euro per le carni bovine e oltre 550 mila euro per ovicaprini, miele, olio, aceto e vivaismo. Le domande vanno presentate entro il 15 luglio 2016.
Agevolazioni per i giovani imprenditori
Un aiuto concreto ai giovani che vogliono inserirsi nel settore agroalimentare. Il bando dell’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) si articola in 2 lotti da 30 milioni di euro ciascuno, in base alla posizione geografica: l’Emilia-Romagna rientra nel primo lotto. Vi può accedere chi abbia un’età compresa tra i 18 e i 40 anni, la residenza in Italia e un titolo di studio in campo agrario, e abbia alle spalle almeno 2 anni di esperienza lavorativa nel settore agricolo, documentata dall’iscrizione al relativo regime previdenziale. Gli incentivi consistono in contributi in conto interessi fino a 70.000 euro, di cui il 60% erogato all’avvio dell’ammortamento dell’operazione e il 40% all’esito della corretta attuazione del piano aziendale, che deve avvenire entro nove mesi dalla concessione delle agevolazioni. Le domande devono essere inviate per via telematica fino al 10 giugno 2016.