Oro, pietre preziose, immobili e arte: i beni rifugio al tempo della crisi
La ripresa economica che tarda ad arrivare, l’instabilità politica di tanti Paesi, il rischio terrorismo che dilaga: sono solo alcune delle cause che rendono i mercati finanziari altamente instabili. E quando i mercati sono instabili, gli investimenti si fanno sempre più prudenti. Quali sono allora le soluzioni per chi decidesse di investire una somma accantonata con sacrificio e sudore? La più gettonata in questi casi risponde al nome di beni rifugio. Cos’è un bene rifugio? È un bene che ha un valore intrinseco, “reale” e che tende a non svalutarsi a seguito di variazioni brusche del livello generale dei prezzi. Esempi concreti possono essere oro, diamanti, immobili e opere d’arte. Ovviamente non si tratta di investimenti sicuri in assoluto, ma un’alternativa considerata meno rischiosa per chi cerca protezione da un periodo di crisi o di instabilità dei prezzi.
ENTRATE E USCITE
Per quanto riguarda l’oro, considerato da sempre il miglior baluardo contro l’inflazione, dal 2000 a oggi ha moltiplicato il proprio valore per più di cinque volte. Contemporaneamente il Dollar Index, un indice che confronta il dollaro (valuta nella quale è prezzato l’oro) con le altre monete principali ha perso circa un terzo del proprio valore. Per gli stessi motivi il petrolio tende a seguire l’andamento dell’oro muovendosi in direzione opposta al dollaro come la maggior parte delle materie prime, metalli e preziosi come platino o diamanti compresi. Nel contesto attuale di incertezza macroeconomica e di forti immissioni di liquidità sui mercati, l’oro, nonostante qualche recente correzione, si dimostra un asset utile per una diversificazione del portafoglio. Oggi sta tornando di moda anche il mattone, che, dopo aver conosciuto un periodo di forte crisi, sta registrando numeri incoraggianti. A dirlo è l’Istat, che recentemente ha certificato l’aumento del trend: “L’anno 2016 segna una significativa ripresa, rispetto all’anno precedente, sia per le convenzioni di compravendita sia per quelle dei mutui (+17,0% per entrambe)”. La ripresa del mattone incoraggia non solo l’acquisto di prime case, ma anche di seconde, che tornano ad essere un modo redditizio per investire: si pensi alle case al mare, oggi facilmente affittabili per periodi più o meno lunghi.
AFFIDARSI A ESPERTI CONVIENE SEMPRE
Se investire nei cosiddetti beni rifugio può sembrare una soluzione dal risultato garantito, sono due le cose da tenere a mente: la prima è che non esistono investimenti totalmente sicuri, o sicuri a priori, in quanto ogni bene è soggetto al mercato di riferimento e le variabili da considerare sono tante. La seconda è che per non rimanere scottati bisogna conoscere bene il settore in cui si decide di investire: oro e diamanti, ad esempio, hanno le proprie regole e conoscerle può evitare un insuccesso. Conviene quindi affidarsi a professionisti, per un consulto mirato.
TUTELA DEL PATRIMONIO
Criticità e strumenti per la trasmissione
di Paolo Di Felice e Angelo Busani
La protezione e la trasmissione del patrimonio sono temi storicamente rilevanti, ma che negli ultimi tempi si stanno rivelando particolarmente “caldi”. Il timore di un aumento dell’imposta di successione e donazione è solo uno degli elementi, ma non il solo, che spingono imprenditori e professionisti a porsi il problema del passaggio generazionale. A fronte di questa crescente domanda di tutela e pianificazione, l’ordinamento giuridico italiano risponde oggi con una serie articolata di strumenti, tutti ormai collaudati e idonei a soddisfare un ampio ventaglio di bisogni.
I contratti di assicurazione sulla vita sono sicuramente indicati per esigenze più semplici e basilari.
L’incasso della prestazione a fronte della morte dell’assicurato è escluso da successione, in quanto il beneficiario incassa per diritto proprio e non in quanto erede. Di questo strumento è apprezzata la possibilità, modificando il beneficiario o riscattando la polizza, di ritornare sui propri passi senza costi aggiuntivi.
Una soluzione alternativa è quella della scissione tra usufrutto e nuda proprietà, che trasmette la proprietà del bene, lasciando all’usufruttuario il godimento dei frutti. Al momento del decesso di quest’ultimo, l’usufrutto si ricongiunge automaticamente alla nuda proprietà. Tradizionalmente utilizzata in ambito immobiliare o in relazione a quote societarie, questa soluzione è applicabile anche ad un portafoglio di strumenti finanziari con il meccanismo del cosiddetto “usufrutto rotativo”.
Per chi desideri invece organizzarsi in forma collettiva, lo strumento più indicato sembra essere la costituzione di una società semplice, indicata dal legislatore stesso come la forma ideale per la holding di famiglia. La società semplice assicura il massimo livello di flessibilità per quanto riguarda il contenuto delle clausole statutarie.
Sotto il profilo fiscale, essa è assimilabile, con qualche differenza di dettaglio, alle persone fisiche. Sicuramente più complessa è la società commerciale (sia essa di persone – snc o sas – o di capitali – srl o spa), che presuppone l’obbligo di tenuta delle scritture contabili ed implica una maggiore rigidità statutaria rispetto alla società semplice, benché esista comunque la possibilità di diversificare, entro certi limiti, diritti patrimoniali e diritti di voto. Per contro essa dà la possibilità di dedurre i costi e beneficia di una disciplina speciale di esenzione da imposta di successione e donazione nella misura in cui il coniuge o i figli si impegnino a mantenere le azioni o le quote ricevute dal fondatore per almeno cinque anni. Affinché si possa beneficiare dell’agevolazione in esame, per le società di capitali è previsto l’ulteriore requisito del trasferimento del controllo, non necessario, invece, nel caso delle società di persone.
Vi è infine il trust, istituto di origine anglosassone, ma che ormai da tempo ha acquisito pieno diritto di cittadinanza nell’ordinamento italiano, essendo stato oggetto di numerosi interventi dell’amministrazione finanziaria e di altrettanto numerose pronunce della Corte di Cassazione, che, nel disincentivare i trust con scopi elusivi (del fisco o dei creditori) hanno disegnato chiaramente il perimetro all’interno del quale ci si può muovere in piena legittimità. Simile al trust è l’affidamento fiduciario, che trova fondamento dalle norme del codice civile ed è stato recentemente indicato dal legislatore come lo strumento-principe per la tutela dei disabili, anche se ne stanno già proponendo applicazioni in ambiti diversi.
In tutti i casi predetti è necessario rivolgersi a figure altamente professionalizzate, in primo luogo per scegliere e strutturare lo strumento che meglio si sposa con le esigenze del caso concreto (avvocato, commercialista, notaio) e poi per amministrare, anche sotto il profilo fiscale, la soluzione adottata: a quest’ultimo riguardo i soggetti più adatti, per vocazione e organizzazione – oltre che per attività tipica – sono sicuramente le società fiduciarie.