Industria 4.0, scatto culturale: altri 10 miliardi per crescere
Solitamente servono decenni per compiere una rivoluzione culturale. Nel caso dell’Industria 4.0 non c’è a disposizione tutto questo tempo. Le imprese devono comprendere e assimilare la necessità di dotarsi delle tecnologie previste dalla quarta rivoluzione industriale, che porta automazione e digitalizzazione all’interno delle fabbriche. Serve uno scatto culturale, dunque, in tempi brevissimi, perché la concorrenza, europea e non, è agguerritissima e parte avvantaggiata, grazie ad anni di esperienza già acquisiti. Ma la forza del tessuto economico e industriale italiano è riconosciuta a livello globale e questa nuova sfida può (e deve) essere vinta.
OPPORTUNITÀ
Lo sa bene il governo, che ha dato vita al Piano Nazionale per l’Industria 4.0 (che ora si chiama Impresa 4.0), mettendo sul piatto strumenti e incentivi per garantire le condizioni migliori alle imprese italiane nell’approccio a questa straordinaria opportunità di crescita. Fino a un anno fa la conoscenza di industria 4.0 era bassissima: “Da un’indagine del Politecnico di Milano - ha dichiarato il Ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda - risulta che nel 2016 circa il 40% delle aziende dichiarava di non conoscerla affatto, oggi questo dato è sceso all’8%. Questo cambiamento è stato il frutto dello sforzo corale che ha accompagnato l’approvazione e l’implementazione del Piano nazionale Industria 4.0. L’anno scorso il Governo ha varato strumenti finanziari e incentivi fiscali automatici all’innovazione e agli investimenti tecnologici per circa 20 miliardi di euro. Il risultato è stato un aumento esponenziale degli investimenti delle imprese italiane, con picchi di quasi il 70% nell’incremento degli ordinativi delle macchine utensili nell’ultimo trimestre”.
Il pacchetto “Impresa 4.0” è stato inserito nell’ultima manovra di bilancio: si tratta di più di 10 miliardi di finanziamenti a sostegno delle imprese che investiranno in innovazione, ricerca e formazione negli ambiti e nelle tecnologie che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale. Per accrescere la competitività del sistema economico in chiave 4.0 è stato inoltre istituito il “Fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività” le cui priorità saranno finanziare progetti di ricerca e innovazione e favorire il trasferimento dei risultati dei progetti verso il sistema produttivo. La natura delle misure previste, in prevalenza incentivi fiscali e crediti di imposta, consentirà di anticipare e concentrare gli effetti sull’economia reale nel corso del 2018, mentre le uscite di finanza pubblica saranno successive, a partire dal 2019, in linea con gli adempimenti fiscali e con i piani di ammortamento delle imprese.
RISPOSTA POSITIVA
Le imprese hanno già dimostrato di apprezzare gli sforzi fatti dal governo e si stanno attrezzando sempre di più per adeguarsi al cambiamento. Tra le 9 tecnologie abilitanti della quarta rivoluzione industriale, l’advanced manufacturing solution è stata oggetto di investimento da parte di un’impresa su due. Seguono gli investimenti nell’Industrial Internet (28,5% delle imprese), Big data e analytics (27%), cloud (26%). Per quanto riguarda la formazione professionale, quasi il 70% delle imprese avvierà iniziative specifiche in seguito agli investimenti effettuati grazie al Piano Industria 4.0. Oltre i tre quarti delle imprese è a conoscenza delle misure varate dal governo, ma ancora scarsa è la conoscenza per alcuni settori, come quello del commercio e delle costruzioni, e per le imprese più piccole. Per questo bisognerà fare ancora tanto: la strada imboccata è giusta, ma siamo solo all’inizio.
Produzione di macchinari ai livelli pre-crisi
L’industria 4.0 spinge la produzione di beni strumentali, soprattutto “smart”, in grado cioè di giocare un ruolo fondamentale nella digitalizzazione dell’azienda. Un circolo virtuoso che ha portato gli ordinativi a schizzare a livelli altissimi, raggiungendo picchi che non si toccavano dal periodo pre-crisi: nel primo semestre del 2017 è stato registrato un +11,6% per macchinari e altri apparecchi. In generale, la produzione industriale dal gennaio del 2016 è cresciuta del 4%, il relativo fatturato addirittura del 15% con una riduzione consistente delle scorte che pongono le basi per una futura ulteriore crescita della produzione industriale. A evidenziarlo è lo studio condotto da KPMG, presentato durante il XVI Forum Annuale Comitato Leonardo. Nel I trimestre del 2017 - si legge ancora nello studio - rispetto allo stesso periodo del 2016, gli investimenti fissi lordi sono aumentati nel complesso del 9% con punte dell’11,6% per gli investimenti in macchinari e altri apparecchi e del 10,7% per gli investimenti in apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Dal credito d’imposta all’iper ammortamento
Sono diversi gli strumenti in mano alle imprese per rendere meno gravoso l’investimento in beni strumentali e in formazione, ricerca e sviluppo. Sono questi infatti gli ambiti degli incentivi fiscali che, seppur con qualche differenza rispetto al passato, saranno prorogati anche per il 2018, con qualche novità. Come il “credito d’imposta su formazione 4.0”, pari al 50% del costo del personale dipendente impiegato nei corsi. Resta confermato fino al 2020, inoltre, il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 50% delle spese sostenute per attività di ricerca e sviluppo, con un massimo di 20 milioni di euro all’anno. Per quanto riguarda gli investimenti in beni strumentali, sono stati prorogati sia l’iper che il super ammortamento: il primo è un’agevolazione per le imprese che effettuano investimenti in beni strumentali materiali nuovi, ad elevato contenuto tecnologico. In tal caso, si tratta di una maggiorazione del 150% del costo di acquisizione; il secondo invece si traduce in una maggiorazione del costo di acquisizione del 40% per l’acquisto di beni strumentali.