Se quando si sente nominare la parola “bond” l’unica cosa che viene in mente è l’agente segreto 007, significa che sicuramente non si è davanti a un grande esperto di finanza, anzi. Come del resto la stragrande maggioranza degli italiani, che in quanto a educazione finanziaria non se la passano molto bene. Il Belpaese è infatti all’ultimo posto, tra gli stati europei, nella speciale classifica sulla conoscenza dei concetti base che formano il dizionario della finanza.
IL CAMPANELLO D'ALLARME A far suonare il campanello d’allarme è stato il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo al convegno “La ricchezza della nazione, educazione finanziaria e tutela del risparmio”: “In Italia le indagini sugli adulti e sugli studenti segnalano un livello di educazione finanziaria particolarmente basso. Per gli adulti, l’indagine Standard & Poor’s ‘Global Finlit Survey’ del 2014 su 140 paesi colloca l’Italia all’ultimo posto tra i paesi europei, con solo il 37% tra gli adulti che risponde correttamente ad almeno tre delle cinque domande su concetti di base (interesse semplice e composto, inflazione, diversificazione del rischio)”, ha detto Visco. La situazione non migliora tra i quindicenni: anche in questo caso “l’indagine OCSE-PISA 2012 collocava il nostro paese all’ultimo posto tra i paesi OCSE”. E la scarsa conoscenza degli strumenti e dei meccanismi che si celano dietro alla possibilità di investire e migliorare la propria situazione patrimoniale, si sta riflettendo sui comportamenti attuati dai risparmiatori: gli italiani preferiscono sempre di più avere denaro in contante, come negli anni ‘80. La ricchezza delle famiglie è tornata infatti a spostarsi “su circolante e depositi bancari e postali, che si sono ridotti fino al 20% del complesso delle attività all’inizio degli anni duemila ma cresciuti nuovamente negli ultimi anni fino a poco più del 30% (1.300 miliardi di euro)”, ha spiegato ancora Visco. Gli italiani possiedono circa 150 miliardi di obbligazioni bancarie, in riduzione negli ultimi anni, un quinto delle quali è nella forma, più rischiosa, di titoli subordinati. La vita residua delle obbligazioni bancarie nel portafoglio delle famiglie è relativamente breve: il 40% circa scadrà entro la fine dell’anno in corso, il 90% entro il 2020. Per tentare di arginare le conseguenze di questa “diseducazione” finanziaria, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha annunciato una strategia nazionale di educazione finanziaria con l’obiettivo di colmare il gap degli italiani in questo ambito.
"L’Italia registra un forte ritardo nel livello di consapevolezza finanziaria dei cittadini. Sono fiducioso che già quest’anno partirà la Strategia nazionale di educazione finanziaria”, ha detto Padoan, il quale ha poi sottolineato il fatto che non basta una trasparenza finanziaria “imposta per legge”, che è sì doverosa “ma non sufficiente”. “Il cittadino - ha sottolineato il ministro - deve comprendere che deve avere le conoscenze necessarie” per consentire un’adeguata comprensione delle scelte.
Il significato dei termini
OBBLIGAZIONE E BOND SONO SINONIMI
Le obbligazioni, o bond, sono titoli di credito che offrono al risparmiatore un reddito periodico rappresentato da cedole (semestrali o annuali) e il diritto al rimborso del capitale. Le cedole possono essere fisse per tutta la durata del titolo, oppure variabili, attraverso l’indicizzazione degli interessi ad un parametro di riferimento indicativo del costo del denaro (tasso di sconto, prime rate o altro).
DERIVATI, STRUMENTI AD ALTO TASSO DI RISCHIO
Nel senso più ampio del termine, un derivato è uno strumento finanziario il cui prezzo o valore è calcolato in relazione al valore di altri beni o strumenti presenti sul mercato. I derivati vengono concepiti come strumenti speculativi, hanno un alto tasso di rischio perché sono soggetti ad alta volatilità e per questo i potenziali guadagni (così come le potenziali perdite) sono molto alti.
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