Contenuto sponsorizzato da PacC
L’aumento dell’età media della popolazione incrementa il rischio di sviluppo di patologie neoplastiche con conseguente rischio di ostacolare l’aspettativa di vita.
“Come tutto il personale medico sanitario anche gli Urologi sono in prima linea per la diagnosi precoce e il trattamento delle neoplasie. Grazie alla Ricerca e alle numerose innovazioni tecnologiche siamo in grado di offrire varie soluzioni per tutti i tumori urologici: rene, surrene, vie escretrici, vescica, prostata, testicolo e pene” dichiara il Dottor Filippo Cianci, Urologo e Andrologo del Poliambulatorio Città di Collecchio.
Secondo la Global Cancer Statistics 2018, i tumori della prostata, della vescica e del rene si sono classificati rispettivamente al terzo, decimo e al quattordicesimo posto come frequenza in tutto il mondo, con un tasso di incidenza grezzo (per 100.000 abitanti) rispettivamente del 36%, 7,4% e 5,5%.
I Tumori Urologici colpiscono entrambi i sessi, ma negli ultimi decenni, in particolare a causa del fumo, si è riscontrato un aumento del tumore della vescica anche nel sesso femminile.
I fattori di rischio sono molteplici: dal fumo di tabacco, all’inquinamento, all’esposizione a sostanze tossiche o radioattive, alla dieta e a malattie metaboliche quali l’obesità.
“Se la prevenzione primaria ha lo scopo di ridurre l’insorgenza di neoplasie attraverso la riduzione dell’esposizione a fattori di rischio, la prevenzione secondaria ha lo scopo di effettuare diagnosi in fase precoce, aumentando così le probabilità di guarigione” spiega il Dottor Cianci. L’obiettivo è l’individuazione precoce della malattia attraverso l’esecuzione di indagini diagnostiche chiamate “screening” sulla popolazione asintomatica.
“Il trattamento dei tumori urologici è prevalentemente chirurgico e le procedure sono eseguite con metodiche sempre meno invasive e tecnologie avanzate mediante tecnica laparoscopica (classica o assistita da Robot) con la finalità di ridurre il dolore post operatorio e reintegrare il prima possibile i pazienti nella società” commenta l’Urologo del PacC.
Conservativa e robotica: ecco la chirurgia più adottata
Oggi i pazienti con patologia oncologica urologica è disponibile una terapia conservativa volta alla preservazione d’organo, il cui obiettivo principale è contrastare al meglio la malattia, salvaguardando nello stesso tempo quelle funzioni fisiologiche che più fortemente coinvolgono la qualità della vita del paziente. Per chirurgia conservativa si intende quell’insieme di trattamenti (prevalentemente gestiti con i robot) che puntano a salvare l’organo o la ghiandola colpita dalla neoplasia, invece che asportarlo: il comune denominatore è l'evoluzione tecnologica avuta con l’avvento della chirurgia robotica che offre al chirurgo la possibilità di “vedere in 3D” garantendo movimenti sempre più fini e precisi e l’introduzione di nuove piattaforme per trattamenti mini-invasivi. Questo, insieme alla sempre maggior richiesta da parte dei pazienti di poter preservare le proprie funzioni fisiologiche in termini di capacità minzionale e sessuale, ha fortemente spinto la chirurgia in questa direzione. Così oggi i tumori della prostata, dei reni e della vescica prevedono valide alternative alla chirurgia radicale di tipo conservativo.
L’importanza dei controlli periodici
Oltre allo stile di vita, prevenzione primaria, è importante sottoporsi a periodici controlli medici. Ecco alcuni consigli per le principali neoplasie urologiche:
- Neoplasia prostatica: sottoporsi a visita urologica annuale dopo i 50 anni, limite abbassato a 45 anni in caso di familiarità;
- Neoplasia del testicolo: eseguire mensilmente l’autopalpazione testicolare fin dall’adolescenza con lo scopo di scoprire precocemente piccoli noduli;
- Neoplasie della vescica: consultare sempre l’Urologo in caso di ematuria;
- Tumore al pene: accurata igiene intima e correzione chirurgica della fimosi (restringimento della pelle che ricopre il glande) che favorisce stati infiammatori cronici;
- Tumore al rene: clinicamente subdolo, dà sintomi soltanto in fase avanzata. Sottoporsi ad ecografia addominale ogni 2/3 anni.
Ho 34 anni, sono sportivo e non ho mai avuto problemi di salute gravi. Da due mesi mi sento una pallina al testicolo destro: secondo lei ho un tumore?
Risposta del Dottor Filippo Cianci, Urologo e Andrologo del Poliambulatorio Città di Collecchio.
In questo caso è necessario che la visiti per poi valutare se eseguire un’ecografia e il dosaggio dei markers tumorali. Esistono delle alterazioni benigne che posso essere scambiate per un tumore per cui l’importante è arrivare ad una diagnosi chiara per offrire un trattamento risolutivo.
Direttore sanitario Dott. Stefano Folzani
© Riproduzione riservata
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata