Gente di campagna

Alex: «Nel solco della tradizione ma attenti alle nuove tecnologie»

Mariagrazia Manghi

Non ha ancora vent’anni Alex Lena, ma vede chiaro nel futuro: dare il suo contributo all’azienda agricola di famiglia, nel posto dove è nato, nel podere di via Costelle a Borghetto di Noceto. Ma intanto si è iscritto all’Università e alterna la cura dei campi e i libri di chimica, matematica e zootecnia e la sera si allena con gli amici della squadra di rugby dove gioca nel ruolo di pilone.
«Sono felice quando sto sul trattore. L’ho guidato la prima volta a 6 anni in braccio al papà. Sento che non potrei resistere chiuso in un ufficio - racconta passeggiando nella grande aia - lo studio mi serve per portare qualcosa di più in azienda. Mi specializzerò nell’allevamento dei bovini».

La storia della famiglia Lena è legata alla terra, al foraggio, al latte. I nonni Gino e Giuseppina con i figli, ancora ragazzi, Rosolino, Gianni e Roberto si sono trasferiti quasi 50 anni fa a Borghetto, dopo aver lavorato nelle province di Cremona e Bergamo. Dal taleggio al Parmigiano reggiano, scegliendo un’agricoltura ancora tradizionale lontana dalle logiche di produzione industriale. Il fondo “Casello” aveva le giuste dimensioni e potenzialità. E una lunga storia di cui sono stati protagonisti alcuni personaggi celebri.


Nell’800 qui è nato il tenente colonnello Dante Coperchini, eroe valoroso; nel 1901 nella corte vide la luce il pittore Alberto Bricoli, che sposò Annetta, la sorella del generale Dalla Chiesa. La proprietà passò quindi ai Mazzini, industriali del cremonese e a Borghetto c’è chi ancora ricorda la giovane Mina, la cantante, che trascorreva da nonno Alfredo le vacanze estive.
I Lena acquistarono il fondo che, per la prima volta, venne condotto direttamente in proprietà e decisero di completare la filiera del Parmigiano reggiano costruendo una nuova stalla e un nuovo caseificio. Oggi ci sono 600 bovini, la gran parte capi da latte, 550 suini e si producono 16 forme di parmigiano al giorno. Nei campi, oltre 250 ettari, in parte a Borghetto, in parte in un fondo a Vaio, si coltiva foraggio, frumento e mais.


«Ci muoviamo nel solco della tradizione, ma nella lavorazione di oggi non si può fare a meno della tecnologia - spiega Alex - e qui entriamo in gioco noi della nuova generazione. In zona siamo in tanti ad aver scelto di restare nei campi. La passione ci è stata trasmessa in famiglia. Il nostro è un lavoro duro ma di soddisfazione e che richiede continuo rinnovamento. Sui trattori, che sono la mia passione, il computer è fondamentale per impostare le manovre e il lavoro. Così come nella sala della mungitura dove la tecnologia aiuta a tenere sotto controllo il benessere animale. Gli investimenti sono necessari e incentivati e l’aggiornamento è un altro degli aspetti fondamentali di cui ci dobbiamo occupare. Con gli altri giovani agricoltori ci confrontiamo, incontrandoci spesso o comunicando via social. Ci sentiamo attivi protagonisti del presente».