lugo di romagna

Studente incappucciato e picchiato dal branco nel cortile della scuola

Lo hanno accerchiato, in una quindicina, e poi, dopo avergli coperto il capo con il cappuccio del giubbotto, lo hanno colpito a calci e pugni. Protagonista della vicenda -andata in scena sabato mattina e riportata dal Corriere Romagna - uno studente di 16 anni vittima della furia del 'brancò nel cortile interno dell’istituto scolastico 'Compagnoni' a Lugo, nel Ravenna te.

Il giovane, condotto in ambulanza al Pronto Soccorso, ha riportato la frattura del setto nasale, un occhio tumefatto e lividi ed è stato dimesso con una prognosi di 25 giorni. Al pestaggio, hanno assisto diversi giovani, che hanno immortalato la scena con i loro smartphone: a salvare il 16enne sono stati alcuni studenti delle classi quinte, intervenuti dopo aver sentito le urla e visto il tra mbusto. L’esatta dinamica dei fatti non è stata ancora definita ma, spiega il quotidiano locale, pare che tutto sia nato da un diverbio tra la vittima e uno solo dei protagonisti della rissa: alla base dell’aggressione ci sarebbe un prestito di 5 euro. Nel pomeriggio di ieri il padre del ragazzino colpito sarebbe stato raggiunto dal genitore dell’altro litigante per cercare di far fare la pace tra i due ragazzi ma, se mbra, invano. Sull'accaduto si è espressa oggi, sul suo profilo Facebook, anche la sindaca di Lugo, Elena Zannoni. «Al giovane ferito - scrive - va un augurio di pronta guarigione e un abbraccio di tutta la comunità. Nonostante io creda che gli autori vadano individuati e messi davanti alle loro responsabilità -prosegue nel post - provo pena anche per chi si sta rovinando l'adolescenza e compromettendo il futuro per la convinzione momentanea di dover dimostrare di essere più forte e 'liberò. A tutti gli altri ragazzi e ragazze - prosegue la prima cittadina lughese - chiedo di non accettare un mondo in cui bullismo, prevaricazione e violenza sembrano voler prevalere su quello che di solito caratterizza le piccole comunità come la nostra, di stare sempre dalla parte del più debole, stigmatizzando questi comportamenti. . Il perdente - conclude Zannoni - è chi deve usare la violenza per essere il più forte, non chi ha la serenità di fare la cosa giusta».