Niente più assegno agli invalidi parziali. L'Anmic: «Assurda beffa»
«Un’ingiustizia sociale e una beffa»: è il duro giudizio della sezione di Parma dell’Anmic (Associazione nazionale mutilati e invalidi civili) sulla novità Inps per gli invalidi civili parziali.
«Con il suo messaggio del 14 ottobre scorso - si legge in una nota dell'associazione - che modifica inaspettatamente una linea interpretativa risalente al 2008, l’Inps ha infatti ritenuto di escludere dal beneficio dell’assegno mensile gli invalidi civili parziali (74%-99%) che svolgano attività lavorativa precaria o parziale, ma comunque produttiva di reddito, anche se il reddito è inferiore a quello che è previsto (euro 4.931,29 l’anno) per ottenere la prestazione assistenziale».
«Siamo di fronte ad un’assurdità logica, giuridica, ma soprattutto sociale - dice Walter Antonini, presidente di Anmic Parma - che preclude, a chi svolge una piccola attività lavorativa percependo un reddito bassissimo, la possibilità di percepire una prestazione economica istituita proprio per sostenere la persona disabile che è in cerca di un lavoro stabile e risulta completamente priva di reddito. Parliamo in realtà di un piccolo sostegno, di un assegno di soli 287 euro al mese. Si punisce, e tra Parma e provincia immaginiamo siano qualche centinaio di cittadini, chi svolge attività occasionali, precarie, con un reddito inferiore a quello già previsto per la percezione dell’assegno di invalidità civile. L’Anmic, a livello nazionale, guidata dal suo presidente nazionale Nazaro Pagano, sta chiedendo a tutti i livelli di eliminare questa ingiustizia. Ha incontrato oggi la ministra alla Disabilità, Erika Stefani, ma anche ai parlamentari del nostro territorio chiediamo la totale condivisione di questa battaglia».
Nell'attesa di una soluzione «la nostra sede provinciale di Anmic di via Stirone offre gratuitamente informazioni e consulenza per tutti coloro che potrebbero avere ricadute negative sulle provvidenze economiche sempre assegnate e per tutte le informazioni necessarie».
r.c.