Luigina Sassi: la musica nelle vene e la famiglia nel cuore
Era una donna con la musica nelle vene, un’anima nobile, Luigina Sassi, insegnante di musica alla scuola media Fra Salimbene dove ha educato centinaia di alunni non solo alla conoscenza delle note ma anche ai valori della vita.
Sapeva fare gruppo, Luigina e per questo era adorata dai suoi ragazzi che la vedevano come punto di riferimento e guida sicura.
I colleghi la ricordano come un’insegnante che aveva adottato metodi e una visione dell’insegnamento moderni: educava i ragazzi all’ascolto della musica, li portava alle prove generali delle opere al Teatro Regio. Ne studiava sempre una per stimolarli all’apprendimento senza annoiarli. Ora che è morta, in seguito a una lunga malattia, all’età di 84 anni, in tanti ricordano la sua energia, il suo sapersi donare agli altri.
Non si era mai sposata la Sassi, aveva deciso di dedicare tutte le sue energie alla scuola e alla famiglia d'origine. Dopo aver perso il padre in giovane età, scelse di occuparsi per sempre della mamma, della nonna e dello zio bisognoso di cure che ha accudito come un padre.
Amava la famiglia sopra ogni cosa, non si concedeva viaggi e non aveva alcun vizio: lei voleva solo portare avanti i suoi impegni e ottemperare ai suoi doveri; lo faceva con piacere.
La ricorda l’amica di sempre Marisa Amadei, che racconta. «Luigina è stata per me insegnante ed amica al Conservatorio e mi ha aiutato a diventare pianista accompagnandomi fino al diploma. Ha poi aiutato moltissimo anche mio figlio Marco pianista del trio Amadei, che nonostante studiasse al Conservatorio, prese il diploma proprio grazie a lei, che fu capace di seguirlo nel tempo libero. Luigina fu in grado di dargli un metodo, correggendolo quando aveva bisogno e motivandolo a procedere nel suo cammino».
Marisa Amadei spiega che anche lei insegnava alla scuole medie e spesso con Luigina aveva modo di confrontarsi per studiare nuovi progetti che potessero coinvolgere gli allievi. «Era amatissima dagli alunni – aggiunge -. Aveva un metodo “aperto” verso i giovani, che io stessa presi come modello. Lei partiva sempre dall’entusiasmo che, a suo parere, serviva, poi, per ottenere dai ragazzi ciò che si voleva. Era un punto di riferimento per tutti. Per me era una sorella».
La Sassi smise di insegnare prima della pensione proprio per dedicarsi maggiormente alla famiglia, per curare lo zio molto malato. «Ha fatto la badante tutta la vita, con il cuore che le scoppiava d’amore – conclude l’amica Marisa -. Era modesta, umile, non dedicava nulla a sé stessa, solo qualche volta si ritagliava il tempo per andare a Teatro ad ascoltare l’opera. Parma ha perso una persona meravigliosa».