Giovedì sera una messa solenne in piazza Duomo
Niente processione per il Corpus Domini, ma una suggestiva messa all’aperto, nella straordinaria cornice di piazza Duomo, presieduta dal vescovo Enrico Solmi.
Giovedì sera alle 20.30 – a causa delle restrizioni legate all’emergenza Coronavirus – non si terrà la tradizionale processione che tutti gli anni si snoda dall’Annunziata alla Cattedrale, al termine della Giornata eucaristica diocesana. Al suo posto è prevista una messa all’aperto che si preannuncia storica. Sono infatti rarissime le occasioni in cui sono state celebrate messe solenni fuori dalla Cattedrale.
Ad annunciare il cambio di programma è il vescovo Solmi.
«Questa settimana, giovedì 11, celebreremo la solennità del corpo e del sangue del Signore – afferma rivolgendosi ai fedeli della diocesi – Quest’anno è previsto uno svolgimento particolare, dato che non è ancora possibile fare la processione, pur rispettando i dovuti distanziamenti».
La Giornata eucaristica diocesana si svolgerà – come gli altri anni - alla chiesa dell’Annunziata dal mattino alle 8 con la recita delle Lodi mattutine, fino alla sera, con la recita dei vespri. Poi, alle 20,30, ci sarà in piazza Duomo, all’esterno della Cattedrale, la celebrazione eucaristica a compimento della quale avremo la benedizione eucaristica».
Piazza Duomo «è grande e consente l’affluire, nei modi dovuti, di tante persone (a breve saranno comunicate precise disposizioni a riguardo ndr) – sottolinea monsignor Solmi - Con coraggio, sapienza, stando attenti a quanto ci sarà chiesto e portando ognuno la propria mascherina, cerchiamo di fare corona al Santissimo Sacramento, del quale abbiamo invocato la benedizione il giorno di San Giuseppe, al momento più cruciale e doloroso di questa pandemia. Da allora siamo andati in calando e vogliamo che il contagio cali sempre di più. Per questo troviamoci assieme nei modi e nelle forme dovuti, a celebrare il Santissimo Sacramento».
In occasione di San Giuseppe monsignor Solmi era uscito sul sagrato della Cattedrale per benedire col Santissimo Sacramento la nostra città. La speciale benedizione era avvenuta «per chiedere come fa un bambino a suo padre, con la stessa fiducia – aveva spiegato il vescovo - che finisca il male che ci affligge».
«Ho inteso invocare l’aiuto del Signore con l’eucaristia, elemento pasquale, che ci è donato nella sua pienezza – aveva sottolineato monsignor Solmi in quella occasione - Ho pensato al calvario, all’offerta della vita di Cristo per la salvezza di tutti. Credo che questa sia la domanda che la Chiesa e la città, anche se in forme diverse, rivolgono e chiedono».
Durante la messa monsignor Solmi aveva infine affidato alla custodia, vigile e premurosa, di San Giuseppe l’intera collettività, nelle sue espressioni più vulnerabili (malati, anziani, persone sole, detenuti, familiari), così come nelle sue testimonianze di servizio (operatori sanitari, della sicurezza, amministratori della cosa pubblica, volontari).